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I giovani svizzeri vogliono le gioie della prole e della carriera, per questo spesso e volentieri i nonni fanno da babysitter
ZURIGO - I giovani svizzeri: una vita completamente dedicata alla carriera, magari in imprese di grido, e bimbi «no grazie?». A smentire questa ipotesi stakanovista ci ha pensato un nuovo studio dell’Ufficio federale di statistica (Ust) che dimostra che, di fatto, è vero il contrario: solamente 6,1% delle donne e il 7,8% degli uomini fra i 20 e i 29 anni non desidererebbero aver prole. Il 91% degli intervistati, invece, vorrebbe avere uno (o più) figli. Una sorpresa? Assolutamente no, almeno secondo la professoressa di Psicologia Pasqualina Perrig-Chiello secondo la quale «in una società così interconnessa come è la nostra la necessità della creazione di un nucleo intimo è ancora più forte». Una voglia di famiglia che fino a oggi ha penalizzato le donne che, malgrado avessero ottenuto titoli di studio, rimanevano a casa a fare le mamme a tempo pieno riponendo le lauree nel cassetto.
Oggi, invece, la tendenza è quella di continuare a lavorare e fare più affidamento sui nonni: «I giovani sempre più spesso vogliono avere dei bambini senza rinunciare alla carriera, costi quello che costi». Il rapporto dell’Ust conferma questa tendenza che vedrebbe circa un quarto dei nonni (27%) impiegati in maniera regolare come babysitter. Perrig-Chiello ne è certa, questa percentuale aumenterà: «Molte famiglie finiscono per fare affidamento su di loro sia perché non possono permettersi un’alternativa oppure non ne hanno trovata una adatta alle loro esigenze». Fra i cantoni con la maggiore solidarietà fra generazioni svetta il Ticino, dove il 72% degli intervistati ha affermato che è giusto che i genitori aiutino i propri figli adulti (e viceversa).
