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URIPer l'omino del San Gottardo nessuna pietà

03.03.15 - 19:39
Brutte notizie alle centinaia di lettori che sui social network hanno manifestato dispiacere per la scomparsa del pupazzo dell'A2. L'Ustra: "E' stato fatto a pezzi e smaltito"
Foto Tio
Per l'omino del San Gottardo nessuna pietà
Brutte notizie alle centinaia di lettori che sui social network hanno manifestato dispiacere per la scomparsa del pupazzo dell'A2. L'Ustra: "E' stato fatto a pezzi e smaltito"

ALTDORF - "Vi preghiamo tutti di scusarci se l'omino non c'è più, ma una riparazione non era più possibile". Per il manichino della A2 non c'è più niente da fare. Ci siamo di nuovo rivolti all'Ustra di Zofingen, per chiedere se non ci fosse stato ancora qualche barlume di speranza per riportare in vita un fantoccio tolto dalla sua pedana, nel guard rail centrale della A2 a Göschenen, dopo tanti anni di onorato servizio. Nonostante le 3.800 condivisioni su Facebook del primo articolo pubblicato, nonostante la richiesta di decine di internauti di restituire agli automobilisti di passaggio il sorriso un po' divertito nel vedere il manichino che li invitava a rallentare, nonostante l'apertura della pagina "Ridateci l'omino del San Gottardo", l'Ustra ha spento ogni aspettativa.

Da parte di molti lettori sono stati espressi scetticismo e incredulità sulla giustificazione secondo cui è impossibile poterlo riparare, poterlo fare tornare in vita. Dall'ufficio stampa dell'Ustra di Zofingen ci dicono che il pupazzo è stato fatto a pezzi e smaltito e che non verrà più sostituito. E pensare che l'omino, a cui era stato affidato un compito di responsabilità, era stato posizionato non lontano dalla galleria stradale del San Gottardo su decisione delle autorità cantonali urane una ventina di anni fa, quando erano i cantoni ad avere la competenza della gestione della rete delle strade nazionali. Un pupazzo fatto arrivare dall'estero, che ha sempre fatto il suo dovere, senza mai protestare o lamentarsi del freddo, delle intemperie o della paga. Per la sua manutenzione, le sue tute fosforescenti, le scarpe e l'elmetto che portava, ci volevano circa 2.000 franchi all'anno.

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