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BERNANella ricca Svizzera uno su dieci ha difficoltà economiche

21.10.14 - 15:30
In crescita la ricchezza tra i grandi salari, gli azionisti e i datori di lavoro. Diverso il destino di molti lavoratori. Disoccupazione in Svizzera più alta che in Baden-Württemberg
Nella ricca Svizzera uno su dieci ha difficoltà economiche
In crescita la ricchezza tra i grandi salari, gli azionisti e i datori di lavoro. Diverso il destino di molti lavoratori. Disoccupazione in Svizzera più alta che in Baden-Württemberg

BERNA - La Svizzera non è mai stata così ricca come oggi. Eppure, circa il 9% delle economie domestiche ha difficoltà a sbarcare il lunario. Lo afferma uno studio sulla situazione della popolazione attiva presentata oggi dall'Unione sindacale svizzera (USS).

Negli ultimi vent'anni, i grandi salari, gli azionisti e i datori di lavoro hanno tenuto per loro una quota sempre maggiore della prosperità, peraltro in crescita. Un buon numero di lavoratori è invece rimasto praticamente a mani vuote, anzi: soffre di crescente insicurezza e stress, sostiene l'USS.

A differenza di molti altri paesi, il problema dei bassi salari non si è accentuato in Svizzera, afferma l'USS. In altri settori, come ad esempio il carico di lavoro, l'imposizione e la disoccupazione nascosta, la Svizzera è invece tutt'altro che un paradiso.

Le remunerazioni dei dirigenti sono cresciute mentre i salari della maggior parte dei dipendenti a basso e medio reddito sono rimasti immutati. A causa di una politica fiscale favorevole alle classi superiori, gli aumenti di stipendio ottenuti dai sindacati sono infatti in gran parte annullati da nuove spese.

Il problema maggiore è l'aumento dei premi delle casse malati: negli ultimi anni i Cantoni e la Confederazione non hanno adattato i sussidi all'aumento dei premi. I Cantoni hanno preferito abbassare le imposte sul reddito e la sostanza, così come quelle sugli utili delle imprese.

A conti fatti, dopo aver dedotto le imposte, i premi della cassa malattia e l'affitto, molte famiglie hanno solo pochi spiccioli in più in tasca rispetto al 2002. Per la ricca Svizzera "è una vergogna", sostiene l'USS.

A ciò va aggiunta la paura, per molte persone, di perdere il proprio posto di lavoro. Fenomeno che concerne soprattutto gli uomini di almeno 50 anni.

Va poi precisato, sostiene l'USS, che il tasso di disoccupazione non è del 3,2% come ufficialmente dichiarato, ma del 4,7%. In totale, le persone senza lavoro, comprese quelle che non sono registrate presso un Ufficio regionale di collocamento, sono infatti 230 mila.

Con il 5%, la Germania e l'Austria hanno dei tassi di poco superiori. I Länder confinanti del Baden-Württemberg e della Baviera fanno invece meglio della Svizzera con un tasso di disoccupazione del 4%.

Quasi un terzo delle persone che lavorano in Svizzera sono inoltre spesso stressate: in nessun altro paese europeo esiste una settimana lavorativa di quasi 43 ore. Per questo motivo molti salariati hanno problemi di salute e disturbi del sonno.

Alla luce di questi fatti, la Svizzera ha chiaramente bisogno di una "svolta nella sua politica economica", ha sostenuto il presidente della USS Paul Rechsteiner. Il sindacato vuole per questo motivo generalizzare i contratti collettivi di lavoro (ccl).

Per l'USS è anche importante preservare gli accordi bilaterali. Il sindacato si batterà contro qualsiasi nuova discriminazione che potrebbe essere introdotta favorendo i soggiorni di breve durata o reintroducendo lo statuto di stagionale. Durante il suo congresso previsto giovedì e venerdì a Berna, l'USS adottare delle rivendicazioni in tal senso.

ats

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