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TICINOCanapa sì o canapa no? Opinioni a confronto: Giorgio Salvadè e Werner Nussbaumer

14.11.08 - 09:03
KEYSTONE AP PETER DEJONG
Canapa sì o canapa no? Opinioni a confronto: Giorgio Salvadè e Werner Nussbaumer

LUGANO - Intervista a Giorgio Salvadè medico e deputato della Lega dei Ticinesi in Gran Consiglio, e a Werner Nussbaumer medico e membro del Partito Umanista della Svizzera italiana in vista della votazione federale del prossimo 30 novembre quando il popolo svizzero dovrà esprimersi sull'iniziativa popolare «Per una politica della canapa che sia ragionevole e che protegga efficacemente i giovani»


E’ a favore o contro l’iniziativa sulla depenalizzazione della cannabis? E Perché?
 Salvadè: "Sono ovviamente contro. Mi sbalordisce notare come molti ticinesi hanno cancellato d’un tratto l’esperienza disastrosa di qualche anno fa quando, approfittando di un vuoto giuridico, sono proliferati a dismisura i canapai che fornivano a tutti erba con tenore di THC altissimo. Abbiamo visto le devastanti conseguenze su moltissimi ragazzi che hanno abbandonato il lavoro e che sono stati ricoverati in preda a crisi allucinatorie. Inoltre, ci sono stati parecchi casi di sindromi psicotiche scatenate dall’abuso di questa sostanza. L’elenco degli effetti negativi della cannabis è lungo, potrei continuare per ore. Tra l’altro guardate cosa sta succedendo proprio in Olanda, la terra del permissivismo: si  torna indietro!"

Nussbaumer: "Io votero’ a favore. Non ha senso avviare politiche troppo restrittive in materia di cannabis perché il proibizionismo non è mai servito a nulla. L’America degli anni ’30 ce lo insegna: l’alcool anzichè diminuire  veniva consumato in maggiori quantità; semplicemente non alla luce del sole.  Criminalizzare oggi chi fa uso di cannabis sarebbe un autogol e l’attuale legge non combatte efficacemente la mafia che continua i suoi affari d’oro con il commercio illegale di stupefacenti, canapa compresa".

Depenalizzare significa banalizzare il consumo oppure rendere il consumatore piu' responsabile?
Salvadè: "Per quale ragione mai una persona diventerebbe più responsabile se togliessimo le multe a chi passa col semaforo rosso? Anzi, molte persone in più passerebbero col rosso!! Come faremo a dire ai giovani che fumare cannabis fa male? Ti risponderebbero: era proibita ai tuoi tempi, ora si può usarla. Se questa iniziativa dovesse passare, saremmo costretti ad arrampicarci sui muri. Dovremmo dire a nostro figlio quello che pensiamo, ossia che la cannabis è una sostanza illegale, ma allo stesso tempo saremo costretti a sottolineare che puo’ consumarla perché l’iniziativa che è in votazione ora ha l’intento illusorio di responsabilizzare i giovani. A me pare assurdo".

Nussbaumer: "Vuole dire assolutamente responsabilizzare il cittadino. Partendo dal fatto che questa iniziativa è volta a depenalizzare il consumo di cannabis per i maggiorenni e non per i minorenni, l’adulto deve avere la possibilita’ di decidere per sé. Inoltre, con l’iniziativa s’ intende favorire la diffusione di campagne informative sulle droghe. In questo modo, si hanno tutte le informazioni per decidere cosa fare della propria vita. Il libero arbitrio deve rimanere un diritto inalienabile". 

Cosa ne pensa dei cambiamenti giuridici che l’iniziativa porta in seno?  Porterebbero chiarezza su cosa è lecito o no nel consumo e nel commercio della sostanza?
Salvadè: "E’ tutto fumo negli occhi da parte di una lobby che ha scelto di preferire di controllare gli intossicati piuttosto che intraprendere una vera prevenzione e cura. Cosi’ agisce più o meno  la Svizzera d’oltralpe  con i tossicomani. Meglio fornire la droga per tenere tranquilli i tossicodipendenti piuttosto che vederli combinare disastri nel difficile cammino della liberazione da questo male".

Nussbaumer: "Ci sarebbero delle regole precise sulla coltivazione e sulla vendita di cannabis a titolo personale o commerciale. Lo Stato controllerebbe da vicino questo tipo di mercato e punirebbe severamente chi viola le leggi. Inoltre, questo ridurrebbe di molto il mercato nero e abbatterebbe il traffico illegale. Infine, si risparmierebbero molti franchi - attualmente distribuiti - tra magistrati e polizia per combattere il consumo o la vendita di canapa. Questi soldi, se passasse l’iniziativa, si potrebbero invece riutilizzare per iniziative di sensibilizzazione sui rischi degli stupefacenti".

Ritiene che l’iniziativa popolare possa migliorare la situazione di cannabis?
Salvadè: "Sarebbe una vera e propria rovina per molti giovani".
Nussbaumer: "Assolutamente si’. I 500.000 svizzeri che consumano saltuariamente cannabis non sono certo dei drogati e non è con una politica di restrizione e ferrea astinenza che si risolve il problema".

Come medico è meglio una politica piu’ restrittiva o permissiva?
Salvadè
: "Oggi direi né restrittiva né permissiva, ma più preoccupata di un confronto educativo con la gioventù. Il successo in Ticino dell’ “Appello per l’educazione” (www.appelloeducazione.blogspot.com) è un segnale molto forte in questa direzione. I nostri giovani necessitano di una guida e non di adulti che discutano ore se sia lecito o no  liberalizzare una droga. Il messaggio di questo appello è chiaro in tal senso: “C’è bisogno di adulti che siano consapevoli di essere nel mondo e nella società per un compito, per una costruzione positiva, e che – loro per primi – non facciano ultimamente coincidere la riuscita nella vita col successo, i soldi e la carriera".

Nussbaumer: "Né permissiva né restrittiva ma di libertà del singolo cittadino adulto che fa della sua vita quello che vuole, finchè ovviamente non va a danneggiare gli altri".

Quanto è importante la responsabilita’ individuale e quanto invece tocca alla Confederazione  vigilare?
Salvadè: "L’educazione spetta alla famiglia, alle Chiese, alla società, agli ambiti culturali. Scopo dell’educazione  è risvegliare la responsabilità individuale. La Confederazione ha il dovere di stabilire le regole del gioco quando si tratta di segnalare ciò che è nocivo da ciò che è utile, ciò che è vietato da ciò che è permesso. Lo Stato non deve confondere i ruoli  gettando fumo negli occhi e sfornando leggi pseudo- educative, cosi’ come potrebbe fare con l’iniziativa popolare sulla depenalizzazione della cannabis e l’ intento fasullo di non proibire questa sostanza per responsabilizzare i giovani".
 
Nussbaumer: "In primis c’è la responsabilita’ individuale e in secondo luogo c’è lo Stato. Esso deve regolamentare  l’uso e abuso di cannabis. E’ giusto avere norme chiare che impediscano, per esempio, di fumare canapa nei locali pubblici perché questo danneggia le altre persone. Per intenderci, se fossi l’unico uomo sulla faccia della terra potrei andare a 200 km orari in autostrada perché non metterei a rischio la vita di nessuno; ma visto che ci sono altre macchine per il mondo, e’ giusto che le autorità fissino delle norme a salvaguardia dell’incolumità del cittadino, come la velocità massima consentita. Lo stesso ragionamento deve essere applicato per la canapa. In determinate circostanze deve essere punita; ma se a casa mia decido di farmi uno spinello prima di andare a letto sono fatti miei".

Angelica Isola
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