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Il governo delle Maldive ha definito l'attentato come un "atto inumano e degradante. Le autorità cercheranno i colpevoli e li assicureranno alla giustizia per dare loro la punizione che meritano". La costituzione permette anche la pena di morte in caso di attentato allo Stato e il governo ha parlato di "attacco all'industria del turismo" che è la risorsa principale per l'arcipelago asiatico.
Il congegno esplosivo, fatto in casa, consisteva di un motorino per lavatrice attaccato ad una bombola di gas e azionato da un telefonino. Intorno all'area dello scoppio sono stati trovati anche dei chiodi, probabilmente lanciati dallo scoppio.
Il governo non ha ancora avanzato ipotesi sui mandanti e gli esecutori dell'esplosione che non è stata rivendicata. Si parla della possibilità che vengano dall'estero. Il portavoce del governo ha detto che la polizia sta vagliando anche questa ipotesi visto che cose del genere non erano mai successe nel paese.
Alcune fonti anonime governative, citate da una televisione locale, legano l'attentato ai jihadisti, che avrebbero voluto colpire l'industria turistica perché insidierebbe l'immagine e i costumi islamici della nazione. La televisione fa notare la coincidenza di oggi con il 17mo giorno del mese di Ramadam, nel quale si ricorda la battaglia di Badar, combattuta dal profeta Maometto contro gli abitanti della Mecca, considerata la prima battaglia tra la verità (l'Islam) e le forze del male.
Le Maldive, paese totalmente islamico di confessione sunnita, ricevono ogni anno oltre 500'000 turisti da tutto il mondo. L'ultima volta che nel paese c'erano stati colpi di proiettile o esplosioni risale al 1988 quando ci fu un tentativo di colpo di stato per capovolgere il potere di Gayoom.
