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UN DISCO PER L'ESTATE«C'erano tifosi che ballavano dentro la galleria del San Bernardino»

22.08.19 - 07:01
Jörg Eberle ha raccontato qualche aneddoto "ticinese": «Il più forte? Johansson, ma che linea insieme a Ton e Lüthi»
Keystone/Tipress, archivio
«C'erano tifosi che ballavano dentro la galleria del San Bernardino»
Jörg Eberle ha raccontato qualche aneddoto "ticinese": «Il più forte? Johansson, ma che linea insieme a Ton e Lüthi»

LUGANO - Negli ultimi trent'anni sono passati tanti campioni da Lugano e uno di questi è sicuramente Jörg Eberle. 

Nella sua carriera l'ex attaccante ha avuto il merito di vincere la bellezza di sette campionati svizzeri: due con il Davos (1984 e 1985), quattro con i bianconeri (1986, 1987, 1988 e 1990) e uno con lo Zugo (1998). Oltre a questo l'attuale 57enne è il giocatore che ha realizzato più gol nella storia del Lugano. In 13 stagioni ha infatti siglato 288 reti (253 in regular season e 35 nei playoff) per un totale di 450 punti complessivi in 488 partite. Nella massima serie svizzera i punti sono invece 620 in 728 incontri disputati. «Nella mia carriera ho spesso avuto la fortuna di trovarmi al posto giusto nel momento giusto», ha analizzato proprio Eberle. «A Lugano siamo riusciti a formare un grande gruppo e abbiamo vinto tanto. Sono dell'idea che per riuscire a togliersi le proprie soddisfazioni bisogna restare con i piedi per terra quando le cose vanno bene e non demoralizzarsi troppo quando invece non si raggiungono gli obiettivi desiderati. Grazie a questa filosofia sono anche riuscito a rialzarmi più in fretta quando vivevo una situazione negativa». 

Qual è il tuo ricordo più bello in bianconero? «Ne ho moltissimi, ma vincere il primo campionato della storia della società nel 1986 è stato speciale e davvero emozionante. Eravamo a Davos e al nostro rientro in Ticino migliaia di tifosi ci stavano aspettando in una Resega strapiena. È stata una festa incredibile che ricorderò per tutta la vita. Ed è anche impossibile dimenticare i nostri supporters giunti nei Grigioni che - dopo il match - ballavano e festeggiavano dentro la galleria del San Bernardino. Il ricordo più brutto? È stata dura lasciare Lugano e sarei rimasto, ma è stata unicamente una scelta concernente il mio futuro professionale».

Chi è il giocatore più forte con cui hai giocato? «Sicuramente Kenta Johansson. A quei tempi era il giocatore ideale per il nostro campionato, nettamente più decisivo rispetto a mostri sacri come Mats Waltin o Mats Näslund che erano già affermati in NHL. Per quanto riguarda gli svizzeri invece dico Andy Ton e Fredy Lüthi, visto che abbiamo formato una linea svizzera temibile e vincente. Avevamo tutti e tre più o meno la stessa età e ci siamo tolti molte soddisfazioni. Il difensore più ostico? Reijo Ruotsalainen aveva un pattinaggio incredibile e non lo superavi tanto facilmente anche se, essendo molto offensivo, ti dava la possibilità di "fregarlo" partendo in contropiede».

Eberle ha anche difeso i colori rossocrociati per una quindicina d'anni e con la Nazionale ha disputato sette Mondiali "B", quattro Mondiali "A" e due edizioni dei Giochi Olimpici, ma non ha mai avuto l'occasione di volare oltre oceano. «Mi sarebbe ovviamente piaciuto provarci, ma ai nostri tempi la NHL sembrava un obiettivo irraggiungibile. Sono comunque dell'idea che ogni epoca ha i suoi pregi e i suoi difetti. Nella generazione precedente per esempio c'erano campioni come Alfio Molina che erano obbligati ad avere una professione parallela, poiché i salari degli sportivi svizzeri non erano all'altezza. Uno come lui, se fosse nato qualche anno dopo avrebbe guadagnato un sacco di soldi. Quando però ha smesso di giocare è riuscito a mantenere il suo lavoro fino alla pensione, mentre altri dopo di lui, malgrado avessero un bel salario sono finiti male».  

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COMMENTI
 

RobediK71 4 anni fa su tio
Non toccate Maradona ai napoletani ...

BarryMc 4 anni fa su tio
Grande uomo e grande campione! È stato un piacere averlo con noi e vederlo per anni trascinare il nostro squadrone. Ragazzo umile e semplice, non si è mai montato la testa. Dice il vero quando parla del mitico Alfio, ma pure lui, fosse nato con questa generazione emergente, sarebbe sicuramente arrivato in NHL. Non gli mancava nulla, fisico, testa, tecnica, tutto nel suo bagaglio. Grandi pure Fredy ed Andy e ...molti altri di quella squadra che ci ha regalato momenti da pelle d'oca ed indimenticabili!!!! GRAZIE!

bobà 4 anni fa su tio
Risposta a BarryMc
verissimo!
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