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UN DISCO PER L'ESTATELo svedese di Bertaggia e il maestro Kenta: «Quando alzava il gomito parlava in italiano»

11.07.19 - 07:00
L'ex storico difensore del Lugano e il fenomeno Johansson: «Lui e la sua espressione. Era sempre quella. Non capivi mai se era triste o felice, concentrato o distratto»
Keystone (foto d'archivio)
Lo svedese di Bertaggia e il maestro Kenta: «Quando alzava il gomito parlava in italiano»
L'ex storico difensore del Lugano e il fenomeno Johansson: «Lui e la sua espressione. Era sempre quella. Non capivi mai se era triste o felice, concentrato o distratto»
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LUGANO – Nella storia di una squadra entrano di diritto diversi tipi di giocatori. Ci sono i mestieranti, i role-player, i campioni e infine gli idoli. Kent “Kenta” Johansson, a Lugano, fa sicuramente parte di quest'ultima categoria. D'altronde un fenomeno capace, in sei anni, di collezionare 486 punti in 239 match, tre titoli e una lunga sfilza di riconoscimenti personali, non può che finire direttamente nell'Olimpo di un club.

Un campo nel quale, in bianconero, l'ora 63enne non fu subito perfetto è stato quello della lingua. Almeno inizialmente il suo italiano fu infatti zoppicante.

«Inutile ribadire quel che è stato Kenta per il Lugano – ha raccontato Sandro Bertaggia, che dalla stagione 1985/86 entrò nello spogliatoio bianconero – un particolare che mi colpì fu... la sua espressione. Era sempre quella. Non capivi mai se era triste o felice, concentrato o distratto».

Poker face...
«Esatto. Glaciale».

Quindi, almeno all'inizio, per nulla padrone della lingua, sarà stato difficile capire come prenderlo.
«La lingua? Ecco un modo per sapere qualcosa di lui. Quando alzava un po' il gomito cominciava a parlare in italiano. Allora qualche serata ce la si poteva concedere. Era tutto un altro hockey, un altro mondo. Noi atleti non eravamo sovraesposti a livello mediatico come i ragazzi di ora».

Per una chiacchierata vera con Kenta ti toccò dunque imparare la sua lingua. Leggenda narra che prima che lui "partisse" con l'italiano, tu, frequentandolo in pista, ti sia impratichito con lo svedese.
«Non so se è proprio così. Però, insomma, qualcosa di vero c'è. Per le lingue sono portato ed è esatto che quella, una sorta di mix tra l'inglese, il tedesco e l'olandese, l'ho appresa nello spogliatoio. Una volta imparata la cadenza e fatto l'orecchio il più fu fatto. Anche ora, a meno che non parlino in dialetto, a nord e sud si esprimono in modo diversissimo, con lo svedese non ho troppi problemi».

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COMMENTI
 

GI 4 anni fa su tio
Grande Kenta....unico difetto ...aver preso la panchina.....

sergejville 4 anni fa su tio
il Gigante Lille (piccolo) Kenta Johansson e la bandiera bianconera Sandro Bertaggia. Grande HCL.
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