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UN DISCO PER L'ESTATEIcona Reto Von Arx, i record e quell'incrollabile fedeltà al gialloblù

02.07.19 - 07:00
Il bernese ha trascorso quasi tutta la carriera alla corte di Arno Del Curto. Con lui ha riportato il Davos ai fasti di un tempo
TI-Press (foto d'archivio)
Icona Reto Von Arx, i record e quell'incrollabile fedeltà al gialloblù
Il bernese ha trascorso quasi tutta la carriera alla corte di Arno Del Curto. Con lui ha riportato il Davos ai fasti di un tempo

UN DISCO PER L'ESTATE

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DAVOS - Il suo nome è legato a filo doppio a quello di Del Curto. La sua carriera l’ha vissuta quasi totalmente, se si eccettuano gli albori bernesi e la parentesi nordamericana, con la maglia del Davos. Una sorta di seconda pelle per Reto Von Arx, probabilmente uno dei giocatori più iconici di sempre nella storia gialloblù.

Reto giunse nei Grigioni giovanissimo nel 1995. La stagione precedente - a soli 18 anni - aveva trascinato il suo Langnau alla promozione in LNB a suon di reti (35) e assist (31). Classe cristallina. Talento puro. Qualità che fecero innamorare di lui il maestro Arno Del Curto, che lo prese sotto la sua ala protettiva. Che ne divenne guida e mentore.

Von Arx nelle stagioni successive crebbe a dismisura, tanto che nel 2000 salutò quella che ormai era diventata la sua casa per tentare l’avventura nordamericana. Il 5 ottobre di quell’anno il bernese diventò infatti il primo giocatore di movimento svizzero a calcare le piste di NHL, e lo fece con la maglia dei Chicago Blackhawks. Due giorni dopo - con la doppietta rifilata a Columbus - fu il primo rossocrociato a terminare sul tabellino. La sua avventura americana terminò a fine stagione quando, nonostante la corte spietata fattagli da diversi club elvetici, decise di tornare a Davos alla corte di Del Curto. «L’amicizia è più importante dei soldi per me», disse una volta tornato nei Grigioni. Da lì, Reto, non si mosse più. E diventò un’icona del club alla pari del coach. La mente e il braccio.

Un connubio che contribuì - insieme ad altre bandiere come il fratello Jan o Sandro Rizzi - a riportare il club ai fasti di un tempo. E la bacheca tornò ad arricchirsi: sei titoli di campione svizzero, quattro coppe Spengler dal 2001 al 2015. Poi l’addio. Triste. A 39 anni. Il Davos decise di non rinnovargli il contratto. A lui che ancora oggi detiene i record per quanto riguarda presenze (1'004), reti (265), assist (551) e minuti di penalità (1'575’) in gialloblù. Fu la fine di un’era. Il suo numero 83 però non andò a finire sopra un’altra maglia. Nemmeno quella del Langnau, suo club formatore, che provò ad ingaggiarlo. «Non avrei mai potuto andare a giocare a Davos da avversario», disse quando confermò il proprio ritiro. Una bandiera.

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