Marco Lucchinelli ha celebrato il campione spagnolo. «Un consiglio? Lascia un osso anche agli altri»
CERVERA (Spagna) – “Marc Marquez vince perché la sua moto è migliore di quella dei rivali”, “La Honda è facile da guidare”. “Lo spagnolo trionfa contro avversari in difficoltà”. La banda di detrattori del campione di Cervera, padrone dell'era moderna della MotoGP, accampa tante scuse per tentare di spiegare un dominio a tratti imbarazzante. L'iberico invece, come prima di lui aveva fatto Valentino Rossi, fa incetta di trofei perché è il più bravo. È quello che rischia e spinge di più. È quello più continuo e – ancora oggi – affamato.
Di tutto ciò è sicuro Marco Lucchinelli il quale, senza mostrare alcun dubbio, ha celebrato l'otto volte campione del mondo.
«Marquez ha avuto la fortuna di essere nato nella modernità – ha raccontato il 65enne ex iridato italiano - Ha visto come correvano i piloti e ha studiato i circuiti al computer: ha assorbito tutto, “mangiando” moto fin da piccolo. Così ha imparato tanto. Marc, in più, è uno che non si arrende mai e non si è fatto intimidire arrivando in una MotoGP piena di campioni. Rossi lo “senti” ai box; ebbene lo spagnolo non ha avuto paura. Nemmeno con Lorenzo. Ora come compagno di squadra ha il fratello, uno che promette bene. Un consiglio? “Accontentati, lascia un osso anche agli altri"».