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Nel weekend il pilota svizzero, al volante di una Toyota GT86, cercherà di lasciare il segno nella 24 ore del Nürburgring
NÜRBURG (Germania) - È da sempre considerata la corsa più difficile del mondo: la 24 ore del Nürburgring. Vuoi per l’unicità del circuito rinominato “inferno verde” per la sua lunghezza e la sua pericolosità, vuoi perché le gare di durata mettono alla prova automobile, squadra e piloti più di qualunque altra. Tra le oltre 200 vetture e i 700 piloti che saranno al via il prossimo fine settimana c’è anche Benjiamin Albertalli.
“È da quando sono bambino che sogno di prendere parte a questa corsa. Già solo la possibilità di potervi partecipare suscita in me emozioni indescrivibili, tagliare il traguardo rappresenterebbe una grande soddisfazione, una vittoria sarebbe la ciliegia sulla torta”.
Non è la prima volta che il venticinquenne grigionese, residente nel mendrisiotto, affronta questo leggendario circuito, nel quale si è già tolto qualche soddisfazione.
“Non sono un pilota professionista, di quelli che hanno iniziato da bambini con il Kart o che passano una stagione intera a correre. Quando ho deciso di indossare tuta e casco ho voluto farlo qui, perché per me è il più bel circuito del mondo. Già alla mia seconda gara portata a termine sono salito sul gradino più alto del podio, centrando una vittoria di classe durante una gara di 4 ore contro concorrenti che, ad armi pari, guidavano un’automobile identica alla mia.”
Si tratta di una Toyota GT86, giusto?
“Esattamente. È un’auto che conosco molto bene, già da prima che facesse la sua apparizione sul mercato. Ho sempre corso con il Toyota Swiss Racing Team, una scuderia svizzera con piloti svizzeri, che quassù con la GT86 ha già conquistato per tre anni consecutivi la vittoria di classe. Quest’anno cerchiamo di portare a casa la quarta”.
