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RUSSIA 2018Il Mondiale diventa spettacolo: il rito della partita inaugurale

11.07.18 - 20:25
Il fischio d'inizio della sfida fra Inghilterra-Uruguay - disputatasi l'11 luglio del 1966 - fu preceduto per la prima volta coreografie, coriandoli e musica
Keystone
Il Mondiale diventa spettacolo: il rito della partita inaugurale
Il fischio d'inizio della sfida fra Inghilterra-Uruguay - disputatasi l'11 luglio del 1966 - fu preceduto per la prima volta coreografie, coriandoli e musica
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LONDRA (GB) - Davanti agli oltre 87 mila spettatori di Wembley va in scena il primo rito inaugurale di una Coppa del Mondo così come lo conosciamo oggi. Il fischio d'inizio di Inghilterra-Uruguay è infatti preceduto da danze, coreografie, coriandoli e musica, una festa diventata sempre più spettacolare e “televisiva” con il passare delle edizioni e con l'aumentare della rilevanza mediatica della competizione.

Alle ore 17, fuso inglese, è la Regina Elisabetta in persona ad aprire il cerimoniale che dà inizio al torneo, mentre l'ingresso in campo delle due squadre è accompagnato dalla banda delle Horse Guards che intona “When the Saints go marching in”. Su cartelloni, manifesti e a bordo campo è inoltre presente il leone Willie, la prima mascotte nella storia dei Mondiali.

L'attenzione sull'evento è massima (anche se il match finirà con uno scialbo 0-0), non solo per la sua svolta mediatica e commerciale, ma soprattutto perchè appena poche settimane prima (il 20 marzo) la Coppa Rimet (oggi semplicemente Coppa del Mondo) era stata rubata dalla teca che la ospitava alla Westminster City Hall: una vera macchia per l'intelligence britannica, che dopo qualche giorno arrestò il colpevole – tale Edward Bletchley – senza tuttavia trovare la Coppa.

Ci volle il fiuto del cane Pickles a scovarla una settimana più tardi, avvolta in un giornale tra i cespugli, durante una passeggiata con il proprio padrone David Corbett. A giocare la partita inaugurale è la squadra ospitante per sole due edizioni, Inghilterra '66 e Messico '70: dal 1974 al 2002 tocca invece alla nazionale campione in carica, mentre a partire dai Mondiali di Germania 2006 si torna alla vecchia formula a seguito di una modifica nel regolamento, che costringe anche la detentrice del titolo a passare dalle qualificazioni per partecipare all'edizione successiva.

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