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RUSSIA 2018Jimmy Durmaz e lo spot (quasi) profetico: «Quante cattiverie...»

09.07.18 - 10:01
Il centrocampista svedese, testimonial in ottobre di una campagna per sensibilizzare i giovani, è finito nel mirino della critica dopo la sua performance contro la Germania
Keystone
Jimmy Durmaz e lo spot (quasi) profetico: «Quante cattiverie...»
Il centrocampista svedese, testimonial in ottobre di una campagna per sensibilizzare i giovani, è finito nel mirino della critica dopo la sua performance contro la Germania
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SAMARA (Russia) - Il suo Mondiale è durato poco più di un quarto d’ora, quello giocato contro la Germania che gli è costato insulti e minacce di morte per aver causato il calcio di punizione in pieno recupero poi trasformato da Kroos. Jimmy Durmaz ha perso il posto da titolare sulla fascia destra del centrocampo della Svezia durante le gare di qualificazione alla Coppa del Mondo, con il ct Andersson che ha dato via via sempre più fiducia a Viktor Claesson.

I più maliziosi potrebbero pensare che ciò sia dipeso dal fatto che Durmaz, di famiglia siriaca ortodossa (il padre emigrò da una provincia nel sud della Turchia), è uno dei più cari amici di Zlatan Ibrahimovic, escluso dal commissario tecnico dai 23 convocati per Russia 2018. Nonostante lo scarso minutaggio concessogli nella rassegna iridata, il centrocampista è rimasto un punto di riferimento per i compagni ed è molto attento alle problematiche legate alla “vita da spogliatoio”.

Lo scorso ottobre è stato infatti testimonial della campagna #stoppaskitsnacket (traducibile con “basta c…ate”), nata in collaborazione con l’associazione Locker Room Talk per sensibilizzare - soprattutto i giovani sportivi - sul peso delle parole che vengono dette all’interno di gruppi sociali ben definiti. «Sapete quante cattiverie si dicono all’interno di uno spogliatoio? I ragazzi che le dicono sono convinti che restino fra quelle quattro mura, ma non è così» spiegava Durmaz di fronte alla telecamera. «Certe frasi, certi pensieri, possono calcificarsi in valori distorti e sbagliati che seguiranno i ragazzi nella vita adulta e finiranno per ferire altre persone». Uno spot quasi profetico pensando all’ignobile pioggia di insulti che ha travolto lo svedese dopo la gara con la Germania.

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