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Reduce da una delle sue migliori stagioni con il Barcellona, ai Mondiali il terzino sognava di arrivare fino in fondo con la sua Spagna
MOSCA (Russia) - Con l’eliminazione della Spagna agli ottavi di finale è ufficialmente finita un’era. Per dieci anni la Roja è stata la regina quasi incontrastata del "football", tanto a livello di Nazionale quanto di club. Fra i tanti artefici di questa epoca d’oro vi è stato sicuramente Jordi Alba, un giocatore che pur non riempiendo le prime pagine dei giornali ha saputo nel tempo ritagliarsi un importante spazio nell’olimpo dei migliori terzini sinistri in circolazione.
Con il Barcellona ha vinto 13 trofei, ai quali va aggiunto l’Europeo conquistato nel 2012. Lo spagnolo, reduce da una delle sue migliori stagioni in blaugrana, ambiva più di molti suoi compagni alla conquista della Coppa del Mondo, da lui stesso definita «l’unico titolo che ancora mi manca», in quanto nel 2010 era ancora nel giro dell’U21. L’occasione dopotutto arrivava all’apice della carriera del giocatore, oggi 29enne, che a mente fredda è stato tra i meno peggio nella fallimentare spedizione spagnola in Russia. I compagni di Nazionale lo chiamano “MotoGP” per le sue sgroppate su e giù lungo la fascia, e in un’intervista rilasciata lo scorso inverno al quotidiano Tuttosport lo stesso Jordi Alba confessò il segreto della sua condizione fisica: l’alimentazione. «La nuova dieta mi sta aiutando. Ho rinunciato alle bevande gassate come Coca-Cola e Fanta e ai fast food». Niente di rivoluzionario, su questo non c’è dubbio, ma per il difensore rivedere la dieta è stato un sacrificio forzato visto che, da quando a gennaio è nato il suo primo figlio, è stato costretto a rinunciare all’altro suo asso nella manica: 12-13 ore di sonno a notte.
