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Il valore del giocatore del Senegal e del Liverpool va ben oltre le sue prodezze sul terreno da gioco
SAMARA (Russia) - Dal gol del momentaneo 1-1 realizzato nella finale di Champions League - poi persa dal suo Liverpool contro il Real Madrid per 3-1 -, fino ai Mondiali di Russia: il 2018 è stato l’anno della definitiva consacrazione di Sadio Mané, 26enne che guida il reparto offensivo del Senegal e che contro il Giappone ha festeggiato il suo primo gol in una rassegna iridata.
Il valore del ragazzo però va ben oltre il campo da calcio ed è dimostrato dalle tante opere di beneficenza compiute nel corso degli anni. L’ultima in ordine di tempo è la donazione di 200.000 sterline (oltre 260.000 franchi) fatta lo scorso aprile per la costruzione di una scuola nel villaggio in Senegal dove è nato e cresciuto prima di trasferirsi a Dakar e iniziare la carriera da calciatore nella Generation Foot.
Sempre quest’anno, Mané si è anche offerto di pagare l’intervento al ginocchio di Kara Mbodji, vice capitano dei Leoni della Teranga infortunatosi in dicembre con la maglia dell’Anderlecht e tornato in forma appena in tempo per figurare nei 23 convocati del ct Aliou Cissé.
«Sadio non è solo un amico per me, è un fratello», ha detto il numero 4 senegalese, al quale Mané è stato vicino soprattutto nei mesi successivi all’operazione: «Mi chiamava regolarmente per incoraggiarmi, mi è stato accanto durante la riabilitazione e mi ha dato un grandissimo supporto morale».
