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RUSSIA 2018Il curioso caso del Senegal e della “famiglia” N’Diaye

24.06.18 - 08:00
Quattro giocatori della formazione africana si chiamano con lo stesso cognome ma non sono imparentati fra di loro
Il curioso caso del Senegal e della “famiglia” N’Diaye
Quattro giocatori della formazione africana si chiamano con lo stesso cognome ma non sono imparentati fra di loro
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MOSCA (Russia) - Il movimento calcistico africano è notevolmente migliorato negli ultimi anni, e forse per la prima volta le selezioni del continente nero qualificatesi ai Mondiali hanno davvero le carte in regola per fare strada nella competizione. Tra queste, il Senegal è forse la squadra più completa e competitiva e, inserita nel girone più equilibrato di tutti con Polonia, Giappone e Colombia, è anche quella con più chances di passare al turno successivo, forte dei primi tre punti conquistati.

Scorrendo la lista dei convocati non può però non saltare all’occhio un fatto curioso, che immaginiamo abbia dato più di un grattacapo al ct Aliou Cissé: dei 23 giocatori partiti per la Russia, ben quattro hanno il cognome uguale o quasi. Una semplice coincidenza visto che i calciatori non sono imparentati fra loro, derivante dalla grande diffusione degli N’Diaye in Senegal (in soldoni il corrispettivo dello svizzero Müller).

Oltre al portiere Khadim abbiamo infatti i centrocampisti Alfred, Badou Ndiaye (senza apostrofo) e, per consonanza, anche Cheikh N'Doye. Il ct potrebbe aggirare il problema chiamandoli con il nome di battesimo, penserete voi, ma anche in questo caso rischierebbe di confondersi tra i vari Moussa (Wagué, Sow e Konaté)… Ecco quindi l'ironica – ma non del tutto inverosimile – soluzione: farne giocare solo uno per volta! Oltre allo N’Diaye portiere, infatti, l’unico altro ad essere partito titolare nel vittorioso debutto con la Polonia è stato il centrocampista Alfred.

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