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Finiti i tempi dei Larsson, Ljundberg e Ibrahimovic. La selezione scandinava punta ora sul 26enne del RB Lipsia
SOCHI (Russia) - L’ultima volta che partecipò a un Mondiale, nel 2006, la Svezia schierava Henrik Larsson, Fredrik Ljundberg e un giovanissimo Zlatan Ibrahimovic: tre delle massime espressioni mai raggiunte di un movimento, quello gialloblù, che negli ultimi anni ha sicuramente perso talento. Gli scandinavi sono in ogni caso riusciti nuovamente ad affacciarsi sul palcoscenico mondiale a discapito dell’Italia. E a non steccare la gara d’esordio con la Corea del Sud.
La punta di diamante della selezione allenata dal Jan Andersson è Emil Forsberg. Il 26enne con il numero 10 sulla schiena predilige la fascia sinistra, da dove sforna assist a ripetizione per i compagni. Nel 4-4-2 “scolastico” di Andersson è a ogni modo in grado di ricoprire tutti i ruolo del centrocampo.
Dopo aver conquistato la promozione nella massima serie svedese con il GIF Sundsvall, Forsberg è stato acquistato nel 2013 dal Malmö. La sua consacrazione è tuttavia arrivata nel 2015, con il passaggio al Lipsia, col quale ha conquistato la promozione in Bundesliga e, l’anno successivo, un sorprendente secondo posto finale.
Complice l’assenza di Zlatan Ibrahimovic è proprio il 26enne l'uomo faro della Svezia, l'unica selezione insieme con il Senegal a non aver neppure un convocato "Mondiale" che gioca nella sua massima lega. La maggior parte degli emigrati milita in Inghilterra (Nordfeldt e Olsson al Swansea, Lindelof al Manchester United, Jansson al Leeds, Larsson all’Hull City), Italia (Helander e Krafth al Bologna, Hiljemark al Genoa, Rohden al Crotone), ma anche Belgio (Kiese, al Waasland), Scozia (Lustig al Celtic) e addirittura Emirati Arabi (Berg all’Al-Ain).
