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LNARegis Fuchs: "Con Orlando abbiamo riportato il titolo alla Resega"

14.01.14 - 09:15
L'ex capitano e colonna del Lugano ha commentato la stagione dei bianconeri, ma preferisce non fare previsioni per il derby. Ambrì? "Non mi aspettavo questo exploit"
Keystone
Regis Fuchs: "Con Orlando abbiamo riportato il titolo alla Resega"
L'ex capitano e colonna del Lugano ha commentato la stagione dei bianconeri, ma preferisce non fare previsioni per il derby. Ambrì? "Non mi aspettavo questo exploit"
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LA-CHAUX-DE-FONDS – La LNA è giunta alla 40esima giornata e venerdì 17 gennaio si disputerà il quinto derby stagionale fra Lugano e Ambrì. Fra gli appassionati di hockey che stanno seguendo con entusiasmo questa stagione ricca – per le ticinesi – c’è anche l’ex colonna bianconera Régis Fuchs. Il 43enne ha disputato nella sua carriera ben otto stagioni in Riva al Ceresio – tre da capitano – conquistando anche tre titoli svizzeri. In totale nella massima serie – fra Ajoie, Lugano, Berna e Basilea – l’ex attaccante ha totalizzato 844 partite condite da 501 punti. Oltre ai tre titoli con i bianconeri Fuchs ne ha vinto uno anche con il Berna.

Régis Fuchs, come vedi la tua ex squadra?
“Mi sembra che la squadra sia molto cambiata rispetto a inizio stagione. Il Lugano ha inserito tanti giovani bravi che hanno saputo portare energia e motivazioni all'interno del gruppo e che forse mancavano prima. I bianconeri sono comunque sempre una squadra con grandi giocatori e quest’anno hanno finalmente trovato l’amalgama giusta fra i senatori e i giovani interessanti”.

Fischer è riuscito dove ad esempio Huras e Smith non ce l’hanno fatta, ovvero a tenere unito lo spogliatoio. Qual è stato il segreto secondo te?
“Non saprei perché Fischer non l’ho mai conosciuto come allenatore, ma solo come compagno di squadra. È comunque sempre stato un ottimo giocatore che ha fatto una bellissima carriera e ha sicuramente imparato tantissimo durante queste stagioni a Lugano, dove si è fatto una visione dello spogliatoio. Quello che è riuscito a fare è notevole perché si sa che lo spogliatoio del Lugano può essere difficile. Io sono stato otto anni e non ci sono mai stati problemi, siamo sempre stati molto uniti. Mi fa comunque molto piacere vedere il Grande Lugano un po’ più avanti in classifica rispetto alle ultime stagioni”.

Non pensi che rispetto ai tuoi tempi – dove vincevate tanto – il problema sia stato appunto la mancanza di vittorie a scatenare problemi in spogliatoio?
“Certo. Noi sappiamo quale tipo di pressione può esserci a Lugano per riuscire ad avere una squadra vincente. È vero che noi avevamo una bellissima squadra, però in otto anni di permanenza a Lugano non sono sempre state rose e fiori. Abbiamo avuto anche noi dei problemi e dei momenti difficili, ma questo è l’hockey e non esistono stagioni esenti da difficoltà”.

E cosa ne pensi di McLean? Da uomo tuttofare di Huras a cecchino implacabile con Fischer…
“In generale i giocatori cambiano attitudine a dipendenza dell’allenatore. A volte ti senti bene con un coach senza motivo, dipende molto anche dalla fiducia che ti dà e quando questa è presente diventa tutto più facile o meno difficile”.

Capitolo Ambrì, ti aspettavi questo exploit?
“L’hockey ticinese è tornato ai vertici ed è molto importante per tutto il Ticino, perché crea una rivalità ancora più alta fra Lugano e Ambri. È chiaramente meglio assistere a un derby fra due squadre vincenti che fra due squadre che lottano per l’ottavo posto. Per quanto riguarda l’Ambrì non mi aspettavo andasse così forte, ma non penso di essere stato l’unico. Tutto l’ambiente biancoblù invece probabilmente prevedeva qualcosa di positivo, ma hanno fatto qualcosa di ancora più grande rispetto alle aspettative. Pelletier è stato importante per questo miglioramento, perché conosceva già la cultura ticinese e il campionato".

Come vedi il derby di venerdì 17 gennaio?
“Il derby è una partita a sé, speciale, dove tutti sono nervosi e può succedere di tutto. L'Ambrì deve fare fronte a diversi infortuni di peso, ma ci saranno altri giocatori che si prenderanno più responsabilità sul ghiaccio. Il Lugano invece sotto questo aspetto è messo meglio, ha una squadra più completa, ma fare un pronostico è impossibile, un derby è sempre un derby”.

Hai giocato fino alla stagione 2012-2013 e hai smesso a 42 anni, incredibile. Qual è il tuo segreto?
“Mi sono sempre allenato tantissimo per avere la possibilità di essere sempre in forma e anche fuori dal ghiaccio ho sempre avuto una vita sana. Non sono mai uscito molto e non ho mai bevuto molto alcool, ho sempre provato a gestire la mia carriera nel modo migliore e ho anche avuto la fortuna di non avere grossi infortuni”.

Senti ancora il tuo vecchio compagno di squadra Orlando, con cui hai vinto un titolo svizzero a Berna e uno a Lugano?
“Non lo sento più ma ho seguito la vicenda e tutti i suoi problemi di salute. È stato molto male e sono davvero felice che si sia ripreso. Era un lottatore e stava sul ghiaccio anche 50 minuti a partita, quante battaglie insieme a lui. Nonostante sia stato un solo anno alla Resega, ha portato tanto, soprattutto il titolo che mancava da otto anni".

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