Gara-4, alla St. Galler Kantonalbank Arena, “peserà” tantissimo nell’economia della serie.
I bianconeri hanno più qualità dei sangallesi.
LUGANO - Mindset. Concretezza. Attenzione. Rabbia. Il difficile presente del Lugano è in qualche modo definito dalle parole dei suoi stessi protagonisti.
Dagli stessi che stanno facendo diventare più dura del previsto una serie, quella con il Rapperswil, che se affrontata con il giusto piglio sarebbe potuta scorrere via senza creare troppi problemi.
Invece di problemi, alla Cornèr Arena, ne hanno parecchi. Il più grande, la chiave di volta dell’incrocio, riguarda però - appunto - l’atteggiamento in pista. Che i bianconeri siano più forti dei sangallesi (per di più privi di Roman Cervenka) è chiaro; solo la loro versione migliore può tuttavia difendere con successo il loro ruolo di grandi favoriti per il passaggio del turno. La versione “playoff”. E quella, nelle prime tre gare di post-season, si è vista solo in un tempo (il terzo di gara-1) su dieci totali (compreso l’overtime di sabato). Troppo poco.
Disegnato dal comandante Tomlinson - un caso che la prestazione meno lineare sia arrivata in sua assenza? - il Rapperswil è stato in grado di alzare il suo livello rispetto alla regular season, aggiungendo alla praticità in attacco gli spigoli, tanti, in difesa. Il Lugano ha invece continuato con il ritmo tenuto da febbraio in avanti. Alto, non forsennato. La differenza sta tutta qui ed è la madre di prestazioni poco convincenti, di gioco fumoso e di conclusioni buone solo per le statistiche. Perché è vero che i ticinesi hanno spessissimo chiamato in causa Nyffeler, ma di tiri veri non ne hanno fatti molti. Perché è vero che hanno difeso con ordine, ma di errori ne hanno commessi troppi.
La brutta prova di gara-2 e le incertezze di gara-3 devono servire da monito per la truppa di Serge Pelletier la quale, costretta a inseguire, conserva comunque maggiori possibilità di andare in semifinale rispetto agli avversari. Ha più qualità, una rosa più competitiva, tanta esperienza: per battere il Rapperswil tre volte nelle prossime quattro partite non servirà insomma certo un’impresa. Ma è il momento della sciabola e non del fioretto: se i bianconeri impugneranno l’arma sbagliata, le possibilità di penetrare l’armatura sangallese crolleranno drasticamente.