Sbloccato un prestito di 350 milioni per hockey e calcio. «Un altro aspetto importante sarà la riduzione degli ingaggi».
La parola al presidente dell'Ambrì: «In questo modo i club, anche se si giocasse a porte chiuse e con una nuova stretta sulle misure di sicurezza, avrebbero la liquidità necessaria. Sul medio-lungo termine servono però misure a livello di Lega».
AMBRÌ - Il Consiglio federale viene incontro al mondo dello sport. Oltre ai soldi destinati a fondo perso allo sport di massa e di punta (50 milioni a disposizione quest'anno, altri 100 nel 2021), sono stati previsti 350 milioni di franchi per i club professionistici di calcio e hockey. In questo caso si tratta però di prestiti che saranno divisi in due tranche. La prima, con 100 milioni al calcio e 75 all’hockey, verrà sbloccata il 1. giugno. La seconda sarà messa a disposizione il prossimo anno per far fronte ad altre eventuali perdite.
Gli aiuti, legati anche a obblighi e condizioni, dovrebbero permettere alle società di affrontare meglio le conseguenze dell’emergenza Covid-19.
«In effetti, questa notizia, permette di assicurare che il prossimo campionato avrà luogo in qualunque condizione… - esordisce Filippo Lombardi, presidente dell’Ambrì - Mi spiego meglio: i club, anche nel caso in cui si giocasse a porte chiuse e con una nuova stretta sulle misure di sicurezza, avrebbero la liquidità necessaria per andare avanti».
Un nodo cruciale è quello della riduzione degli ingaggi. Le leghe di calcio e hockey si sono impegnate per abbassarli del 20% nei prossimi tre anni.
«Esattamente. Lo ritengo un aspetto positivo. Quasi tutti i club, quando discutono a mente fredda, sono d'accordo. Poi però accade che ci si fa prendere dalla frenesia e si "scivola". Lo sport non è sempre sinonimo di razionalità».
In questo senso, con un obbligo, non si potrà sgarrare.
«Sì e no. Tutto dipenderà anche dalla Lega e dalle discussioni con l’Ufficio federale dello sport. Il principio è ottimo, ma dire che nessuno potrà fare il furbo è prematuro. Bisognerà vedere quali meccanismi di controllo e autodisciplina verranno introdotti. Al momento resta il rischio che si scappi un po’ da tutte le parti… In questo ambito conto molto sul senso di responsabilità della Lega. Molti colleghi hanno voglia di dare un taglio agli eccessi degli ultimi anni, dove quasi tutti i club facevano registrare perdite importanti. Vogliamo arrivare in una “fascia” più normale, ma serve molto lavoro».
Torniamo sulla questione del prestito. Sicuramente una boccata d’ossigeno, ma c’è da fare attenzione.
«La questione “preoccupante” è proprio questa. Saranno prestiti e in alcuni anni andranno rimborsati. I dettagli li troveremo nell’ordinanza della consigliera federale Viola Amherd. Io resto dell’idea che lunedì, nell'assemblea della Lega dove si sono state congelate le retrocessioni per il prossimo anno, era stato messo un primo cerotto. Ora il Consiglio federale ne ha messo un altro, ma sul medio-lungo termine non abbiamo garantito nessuna sicurezza».
Insomma qualcuno potrebbe comunque trovarsi in grossa difficoltà.
«Se in 5 anni bisognerà rimborsare i milioni ricevuti alcuni club ce la faranno, altri no. O si prendono misure serie a livello di Lega - proporzionate alla durata prevista per il rimborso di questi prestiti - o altrimenti la sicurezza è puramente illusoria. La sicurezza ci sarà per chi avrà la cassa piena, mentre altri si troveranno nei pasticci ancor più di prima».
Un club, all’incirca, quanto dovrebbe ricevere come prestito?
«Grossomodo ogni club potrebbe ricevere la metà dei costi d’esercizio della stagione 2018/19 (l’Ambrì, nello specifico, aveva avuto uscite per 12'546'286 franchi, ndr). Anche per questo la riduzione del 20% degli stipendi è una parte della soluzione, a patto che sia garantita su tutta la durata del rimborso».