Maxim Lapierre ha aperto il libro dei ricordi parlando dei suoi anni trascorsi in riva al Ceresio
LUGANO - Un amore reciproco: Maxim Lapierre era entrato nel cuore dei tifosi bianconeri, così come il canadese si era innamorato del Lugano e del Ticino. Il suo soggiorno alla Cornèr Arena è durato poco più di tre stagioni: un periodo intenso durante il quale ha sfiorato il titolo nazionale, giungendo due volte all'ultimo atto... È mancata soltanto la ciliegina sulla torta di un'avventura che gli è rimasta nel cuore. Maxim ha aperto l'album dei ricordi, parlandone alla radio di Montréal "91.9 Sports".
Dell'esperienza elvetica - e dei tifosi del Lugano - il diretto interessato ha una miriade di ricordi bellissimi... «Il campionato svizzero ha un ottimo livello, l'ideale per un giocatore come me. Avevo la mia routine a Lugano. Al mattino scendevo al lago, dove bevevo un espresso con un cornetto al cioccolato. A volte mi sembrava di essere in vacanza, ma tutto è cambiato quando ho scoperto l'ambiente delle partite. I tifosi sono molto calorosi: in pista c'erano 8'000 persone, ma a volte avevo l'impressione ce ne fossero 30'000...».
L'ex giocatore bianconero ha ammesso di aver trascorso anche qualche momento di ansia... «Quando la squadra attraversava un brutto momento, i tifosi ci aspettavano nel bel mezzo della notte. Bloccavano il bus senza lasciarci passare, finché i leader dello spogliatoio non scendevano per fornire delle spiegazioni ai fans, alcuni dei quali mascherati e armati di mazze da baseball. Ho avuto paura».
Indimenticabili pure le sfide con l'Ambrì... «Chiedevo a mia moglie e ai miei figli di restare a casa poiché l'ambiente era troppo caldo».