Stefano Togni si è anche espresso sulla coppia d'oro del Lugano Klasen-McIntyre: «Si cercano, si trovano... e si capiscono»
LUGANO - Questa sera il Lugano sarà di scena contro la capolista Ginevra per disputare la 37esima partita di National League. Non sarà per niente semplice prevalere contro le Aquile nella città di Calvino, ma i bianconeri hanno dimostrato di potersela giocare con qualunque avversario.
La truppa di Pelletier è in salute ed è motivata a centrare il quarto risultato utile nelle ultime cinque gare. «A poco a poco Serge sta riuscendo a mettere in pratica le sue idee di gioco», ha analizzato l'ex attaccante di Ambrì e Lugano degli anni '90 Stefano Togni. «Il suo credo si sposa bene con le qualità dei giocatori che ha a disposizione e i risultati si vedono. Nel 2020 il Lugano ha disputato delle buone partite e gli stranieri hanno preso più fiducia. Con il nuovo sistema di gioco credo che si trovino meglio un po' tutti i giocatori».
Dopo l'esperienza decennale (1989-2000) con gli Juniori Elites bianconeri, è come se Pelletier fosse tornato a casa. «In Ticino conosce tutto e tutti. Quando Domenichelli l'ha chiamato sono sicuro che non ci ha pensato due volte ad accettare. Nonostante conosca i giocatori, il campionato svizzero e l'ambiente ticinese in generale, bisognerà comunque lasciarlo lavorare tranquillo. La squadra ha cambiato modo di ragionare, si crea molte occasioni ed è più compatta sia in zona difensiva sia in quella neutra. Serge non ha stravolto niente, ma ha fatto alcune migliorie e ha dato input che il gruppo è riuscito a mettere subito in pratica. Trovo che sia la persona giusta per il Lugano. Klasen e McIntyre? Sono migliorati notevolmente e si stanno rivelando una bella coppia. Finora hanno messo a referto molti punti, si cercano, si trovano e si capiscono».
Cosa non ha funzionato con Kapanen secondo te? «È arrivato con le sue idee e le ha mantenute fino alla fine. Credeva nel suo progetto e nel suo sistema, ma a un certo punto la società si è resa conto che gli impulsi non passavano più e ha deciso di dare una scossa alla squadra. Penso che anche il suo gioco fosse buono, ma probabilmente non aveva i giocatori adatti. Adesso tutti sanno esattamente cosa devono fare sul ghiaccio».
Come vedi Fazzini nei meccanismi di Pelletier? «Fazzini lo conosciamo tutti, è uno sniper e i suoi gol li ha sempre fatti. In quest'ultimo periodo non è forse stato cosi prolifico come nei primi mesi, ma sono sicuro che tornerà ben presto a fare la differenza. Ha un'attitudine positiva ed è un giocatore molto importante per il Lugano».