Luca Cereda e il suo Ambrì hanno vissuto giorni intensi a Davos: «Il piccolo villaggio che va a combattere contro tutti non soltanto con 22 giocatori, bensì con un popolo dietro»
DAVOS - Un pizzico di delusione ma soprattutto tanto orgoglio. La Coppa Spengler dell'Ambrì si è consegnata agli archivi questa sera con la sconfitta maturata al supplementare contro il Trinec. Nonostante l'amarezza, tutto l'ambiente biancoblù conserverà dei bellissimi ricordi dell'avventura in terra grigionese: un vortice di emozioni mica da ridere. I leventinesi hanno chiuso un mese di dicembre esaltante, senza mai aver perso nei 60' in nove gare.
«Non abbiamo rimpianti, forse c'è un pizzico di delusione per la partita di questa sera - le parole di coach Luca Cereda - Oggi avevamo un po' di energia in meno ma l'attitudine era quella giusta. È stata una partita molto tirata, sono comunque molto orgoglioso dei miei ragazzi».
Un'avventura arricchente per tutti... «In generale è stata una grandissima esperienza, abbiamo vissuto una marea di emozioni sia fuori sia dentro il ghiaccio che nessuno potrà portarci via. C'è tanta gioia per aver avuto l'opportunità di disputare questo torneo».
Un "grazie" va anche ai numerosi tifosi che non hanno mai smesso di incitarvi. «Certamente. Le emozioni che abbiamo vissuto al di fuori delle partite sono arrivate grazie e soprattutto a loro. Lo ripeto è stata un'esperienza incredibile. Il piccolo villaggio che va a combattere contro tutti non soltanto con 22 giocatori, bensì con un popolo dietro».
E se l'anno prossimo ci scappasse un nuovo invito? «Non saprei. Quest'anno l'abbiamo presa come un'occasione più unica che rara e sono convinto che nella prossima edizione ci saranno altre squadre. Tanti sostengono che l'hockey della Spengler sia di basso livello, ma è il contrario. La velocità del gioco è più alta».
Tra due giorni riparte già il campionato con l'insidiosissima trasferta di Losanna... «Adesso dovremo recuperare bene sia fisicamente ma soprattutto emotivamente. Ci aspetta un mese di gennaio molto duro, nel quale giocheremo ben 12 partite. Sarà un tour de force che dovremo affrontare partita per partita. Dovremo tornare a concentrarci su noi stessi cercando di mantenere una certa costanza. Probabilmente nell'immediato pagheremo un po' lo sforzo, mentre a medio-lungo termine sarà qualcosa che ci renderà più forti. I rinforzi? Li abbiamo ringraziati in spogliatoio, si sono calati molto bene e sul ghiaccio ci hanno dato una grossa mano».