L'Ambrì di Cereda, sempre capace di stringere i denti e far fronte ai tanti infortuni, è arrivato alla sosta per la Nazionale con un bottino di 32 punti (-3 dall'ottavo posto)
AMBRÌ - Vivo, anzi vivissimo, l’Ambrì arriva alla sosta per le Nazionali con 32 punti e in piena bagarre nella zona tra il settimo e il 12esimo posto. Capace ancora una volta di stringere i denti e fare di necessità virtù - con l’infermeria sempre più affollata - nell’ultima fatica la truppa di Cereda ha sbancato la Vaillant Arena, dove sin qui avevano vinto solo Zurigo e Ginevra. “Lavoriamo con gli elementi a nostra disposizione, rimboccandoci le maniche davanti ai problemi”, ha sempre detto coach Cereda, estremamente orgoglioso di questo gruppo.
«Proprio così, sono molto orgoglioso dei miei ragazzi - esordisce l’head coach, capace di valorizzare ogni elemento a sua disposizione - In questa prima parte di stagione abbiamo superato tante avversità. La vittoria di Davos, firmata dalle reti di Joël Neuenschwander e Mazzolini, rappresenta l’identità dell’Ambrì. Abbiamo lottato e sofferto fino alla fine. È anche una bella storia di sport. In pochi, qualche anno fa, avrebbero scommesso su questi due ragazzi. Ora sono arrivati sin qui ed è tutto merito loro. A Davos sono stati parte fondamentale della vittoria siglando le due reti decisive. Anche questo è l’Ambrì».
Dopo la sosta - con Lugano, Rapperswil, Berna e Davos da affrontare in 6 giorni - c’è una mini tour de force che porterà fino a Natale. Il primo duello sarà col Lugano, battuto negli ultimi due derby e appena uscito da un periodo nerissimo.
«Ci troveremo di fronte un gruppo pronto e agguerrito. Sarà una battaglia dove dovremo togliere loro tempo e spazio. Nel complesso, in questi 4 match, dovremo essere bravi a continuare il trend intrapreso ultimamente. I risultati saranno una conseguenza».
Nel match di Davos si è infortunato Rohrbach - che dovrà essere operato e starà fuori 3 mesi - mentre Müller è stato toccato duro da Corvi.
«Fortunatamente Müller sta bene, è del tutto integro».
A livello d’infermeria - da chi è costretto ai box da diverso tempo - si aspetta qualche buona notizia.
«Per Incir attendiamo la luce verde dopo gli imminenti esami medici. Kneubuehler ha ripreso a pattinare, da lunedì dovrebbe allenarsi con la squadra in maglia rossa. La speranza è di recuperarli da qui a Natale. Novotny? Ha fatto dei test fisici due settimane fa, lui è più lontano dal rientro. Ci vorrà ancora pazienza, anche alla Spengler sarà difficile vederlo in pista».
Testa sul campionato, ma la Spengler si avvicina a grandi passi. I giocatori la aspettano?
«Per tutti sarà un’occasione più unica che rara. Nel gruppo c’è grande fermento, ma prima il focus dev’essere sul campionato. Ad ogni modo non andremo a Davos per fare una passeggiata, ma per giocare a hockey il meglio possibile… Poi, in un periodo particolare come quello di Natale, sappiamo che si rivelerà un’esperienza speciale ed indimenticabile. Potrò portare un massimo di 27 giocatori, sarà difficile lasciare "a casa" qualcuno».
Per il classico torneo natalizio l’Ambrì può “ingaggiare” fino a tre rinforzi. In Europa gli altri campionati però non si fermano e la Swiss League nemmeno. Dalla National League invece non è semplicissimo pescare… o meglio non è facile avere il nulla osta dei club.
«Esattamente. Stiamo cercando, ma abbiamo già ricevuto parecchi “due di picche”. Molti club sono alle prese con infortuni e non vogliono liberare i loro giocatori. Ci sono elementi che vogliono venire, ma non è così semplice. Paolo Duca è al lavoro per portare 3 rinforzi che ci diano una mano. Servirà anche un po’ di fortuna e fantasia per trovare gli uomini giusti. Una pista percorribile è quella di giocatori attualmente senza contratto e vogliono mettersi in mostra in una vetrina importante come la Spengler. Oppure qualcuno che ha bisogno di ghiaccio dopo uno stop per infortunio».
Chi attualmente è ai box è Benjamin Conz (out 3-4 settimane). Chance per Viktor Östlund al fianco di Manzato?
«Da qui a Natale ci sono 4 partite. Di recente Östlund ha giocato tanto con i Rockets e quello che ho visto mi è piaciuto. Niente è garantito, ma magari merita una chance».