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HOCKEY«Non c'è limite ai sogni...»

11.12.19 - 07:00
Christian Stucki vede la luce in fondo al tunnel: «Nella mia testa ci sono già i prossimi obiettivi»
Tio
«Non c'è limite ai sogni...»
Christian Stucki vede la luce in fondo al tunnel: «Nella mia testa ci sono già i prossimi obiettivi»
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BIASCA - "Se in due anni giochi solo sette partite è difficile pensare di tornare nel giro. Quando poi vedo che i medici sono i primi a non crederci, allora è giusto che anch'io inizi a mettermi il cuore in pace". Era musica dell'8 maggio e Christian Stucki sembrava rassegnato all'idea di non poter tornare a giocare a hockey. Da quel giorno di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia ma negli scorsi giorni, a sette mesi di distanza, il 27enne ha respirato di nuovo l'aria (freschissima) del ghiaccio. Una sensazione bellissima, una sensazione che non si può descrivere...

«Il segreto? Questo è carattere. O ce l'hai o non ce l'hai. Ho svolto un percorso che in pochi avrebbero intrapreso. Tornare a disputare una partita? A gennaio, ma magari anche prima. Chi lo sa. I prossimi 10 giorni per me saranno molto importanti per capire a che punto sono...».

Un percorso durissimo presso la Isokinetic di Bologna (gruppo medico internazionale per la prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione dei traumi ortopedici e sportivi) lo ha aiutato a ritrovare le migliori sensazioni a quel ginocchio martoriato... «Mi sento bene. Attualmente mi sto allenando con i Rockets, a cui devo i miei ringraziamenti per la possibilità concessami. Dal punto di vista fisico, invece, sento che c'è ancora un po' di lavoro da fare. Sono quotidianamente in contatto con i dottori di Bologna, i quali - quando sono partito - mi hanno dato un piano di allenamenti da seguire. Sono contento, ma non ancora al 100%. Il percorso a Bologna è stato utilissimo e non soltanto per il ginocchio. Lo definirei una scuola di vita...».

Tornare sul ghiaccio: un piccolo grande primo passo... «Nella mia testa ci sono già i prossimi obiettivi. A Biasca mi hanno chiesto se volessi subito giocare, ma sono stato io a frenare. Non voglio forzare. Il giorno che mi sentirò bene valuterò le possibilità che ho sul tavolo e poi deciderò». 

Il ticinese ha poi raccontato un aneddoto relativo alla sua avventura vissuta nel capoluogo dell'Emilia Romagna: «In un'occasione il mio carattere molto forte e spesso anche focoso in ambito sportivo mi ha giocato un brutto scherzo. Era un venerdì e i miei allenatori mi provocavano appositamente per portarmi al limite, tanto che a un certo punto ho tirato un calcio ad alcuni attrezzi. Mi hanno spedito in hotel immediatamente. Alla sera, poi, sono venuti a cercarmi per chiarire, lo abbiamo fatto organizzando una cenetta tranquilla. Mi hanno spiegato di aver apprezzato la mia reazione, figlia della grande voglia di tornare nel giro». 

Un premio per quanto fatto nelle ultime settimane potrebbe essere la partecipazione alla Coppa Spengler... «Non nego che sarei felicissimo. Partecipare a questo torneo è un po' il sogno di ogni giocatore svizzero. Mi rendo conto che, ad oggi, mi manca ancora la competizione. Se dovessi avvertire le giuste sensazioni, e se ne avessi la possibilità, accetterei però la sfida».

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