Tante note positive (e qualche problema) per biancoblù e bianconeri. E che sorpresa il giovane Davos
AMBRÌ/LUGANO - Ambrì e Lugano sono lontani dall'aver risolto del tutto i loro problemi. Riusciti, nelle settimane, a crearsi un gioco convincente, possono in ogni caso guardare con ottimismo al prosieguo della stagione: la loro competitività non è in discussione. Per il definitivo salto di qualità sia biancoblù che bianconeri dovranno però imparare a essere cinici. Questo ha ribadito l'ultimo hockey visto; perché se ti sbatti e crei, ma poi non sfrutti le occasioni che ti capitano...
HCAP – Semaforo giallo. Carattere sì, concretezza no.
Voglia e abnegazione ci sono? Sì. I ragazzi seguono coach Cereda? Pendono dalle sue labbra. Il gioco convince? Molto più di quello di tante rivali. Tenuto conto di ciò – e soppesando anche le doti di chi si muove sul ghiaccio - l'Ambrì dovrebbe potersi beare di un inizio di campionato molto positivo. Non è così perché, e ormai non è una novità, chi deve fare gol semplicemente non lo fa. O lo fa con il contagocce. Il pessimo Friborgo visto alla Valascia venerdì (coach French è infatti stato silurato) è stata l'unica squadra contro la quale i biancoblù siano riusciti a piazzare più di tre reti. Non va bene, perché non concretizzare quanto prodotto può, alla lunga, costare carissimo: una buona classifica, la tranquillità, la serenità... E sarebbe un peccato.
HCL – Semaforo verde. Continuità.
Non sono sempre stati perfetti ma, con un mix di qualità dei singoli, gioco e opportunismo, dalla seconda metà di settembre i bianconeri hanno cominciato a far bottino, senza più smettere. Dalla sconfitta interna patita dal Davos, il Lugano ha sempre chiuso una serata con almeno un punto in tasca. Non male per una squadra in grave difficoltà nelle primissime uscite e che, invece, ora sembra aver individuato con certezza la via da percorrere. E riuscire a portare qualcosa a casa anche nelle occasioni meno semplici – vedi la partita di Langnau, quando la compattezza delle uscite precedenti non si è vista – è un ottimo punto di partenza nell'attesa che la via sia percorsa fino in fondo.
NATIONAL LEAGUE – Semaforo verde. Il...verde Davos.
Ci sono i senatori Ambühl, Lindgren, Palushaj, Marc e Dino Wieser, Kienzle e DuBois, è vero; il Davos è in ogni caso da considerare come una squadra giovane. Tutti gli altri componenti della rosa sono infatti Under 30. Tutti freschi, cattivi e affamati. Tutti ottimamente guidati da Christian Wohlwend. I grigionesi erano guardati con sospetto prima d'inizio stagione; classifica a parte – il decimo posto è “inquinato” dai pochi match giocati, tutti in trasferta – sono invece riusciti a offrire un hockey veloce e produttivo. E a convincere. Hanno vinto quattro delle sei partite disputate e, in generale, si sono mostrati molto “avanti” nel lavoro svolto. Sono da playoff? È difficile da dire ora. Quel che è certo è che sono agguerriti: non vivranno una stagione da spettatori.