Il gioco voluto da coach Kapanen si comincia a vedere, le avversarie però non aspettano: i bianconeri devono crescere in fretta per evitare di rimanere irrimediabilmente attardati
LUGANO - La buona prestazione di Zugo ha fatto tornare il sorriso in casa Lugano. O almeno... ha stoppato i malumori generati dai capitomboli contro Losanna e Davos. Più compatti, aggressivi e anche ordinati rispetto alle prime due uscite, in casa dei Tori i bianconeri hanno cominciato a giocare come pensato da coach Kapanen e sono a lungo risultati convincenti.
Gli aspetti positivi della prima parte di cammino sono finiti qui. Già perché non si può non considerare la classifica, magra, come anche il fatto che, pur sulla carta fortissimo, fin qui lo Zugo abbia traballato parecchio. Fermandolo, il Lugano non ha dunque certo fatto un'impresa. Chiesa e compagni hanno buone intenzioni e tanta voglia; sembrano in ogni caso molto lontani dall'essere totalmente competitivi. Per un Ohtamaa già prezioso hanno uno Spooner ancora impalpabile (alla Bossard Arena gli è stato preferito Klasen), per un Fazzini già caldo hanno uno Zurkirchen incostante. Siamo all'inizio e serve pazienza, è vero; il tempo è però tiranno. Alla Cornèr Arena pensano a una stagione positiva, ad arrivare alla postseason per poi inseguire il Jackpot? La crescita deve allora essere veloce e netta; altrimenti si rischia di non avere neppure la possibilità di puntare qualche franco sul tavolo dei playoff.