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SWISS LEAGUE«Bello rientrare in Svizzera. Bezina? Potrebbe ancora giocare in “A” ad occhi chiusi»

28.08.19 - 11:11
Diego Scandella è tornato in Svizzera dopo un'intensa esperienza in Ungheria: sarà il vice-allenatore del Sierre
TiPress (archivio)
«Bello rientrare in Svizzera. Bezina? Potrebbe ancora giocare in “A” ad occhi chiusi»
Diego Scandella è tornato in Svizzera dopo un'intensa esperienza in Ungheria: sarà il vice-allenatore del Sierre
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SIERRE - Diego Scandella ha sempre voglia di imparare. Le nuove avventure non lo spaventano, anzi lo stimolano perché l'hockey è la sua vita. Chiusa - di comune accordo e dopo dieci anni - la lunga esperienza ad Ambrì nel maggio del 2018, l'italo-canadese si era poi lanciato in una nuova doppia avventura in Ungheria, lavorando sia per la Federazione che per il Vasas (squadra di Budapest del massimo campionato). Poi ecco la chiamata del Sierre, dove ricoprirà il ruolo di vice-allenatore.

«L'opportunità di rientrare in Svizzera mi ha subito stimolato - le parole di Scandella - Conoscevo già Dany Gélinas (l'allenatore dei vallesani, ndr), persona con cui avevo già avuto diverse discussioni in passato. Sono felice che finalmente avremo la possibilità di lavorare insieme».

Che esperienza è stata quella ungherese?
«L'hockey sta crescendo dappertutto. Quello ungherese non fa eccezione, i club e la Federazione stanno investendo molto per raggiungere un certo livello. Il Vasas è una squadra che avevo paragonato ai Ticino Rockets. In Ungheria, infatti, si possono schierare sei stranieri, mentre noi ne avevamo soltanto uno. Si lavorava molto con i giovani e la formula del campionato non prevede la retrocessione. Come succede a Biasca, quando poi i giovani si formano se ne vanno in squadre più ambiziose...».

Quale sarà l'obiettivo del Sierre?
«I playoff. Non sarà facile, visto che siamo sempre una neopromossa con un budget molto limitato. Abbiamo una squadra molto giovane, se si eccettuano Goran Bezina e il canadese Eric Castonguay». 

E proprio a proposito di Bezina. La sua discesa in Swiss League ha stupito un po' tutti. Come si sta ambientando?
«Si sta comportando molto bene. Quando gli è stata sottoposta l'offerta non ci ha pensato molto, conosce già molto bene questa realtà. Quella alle porte sarà la sua ultima stagione da giocatore, poi si butterà in una nuova avventura. Diciamo che, malgrado scenda sul ghiaccio ancora un anno, si sta già preparando per il post-carriera. Da allenatore? Penso sia più orientato sul management, magari lo vedremo nel ruolo di direttore sportivo. Chissà...».

Una sorta di "papà" per lo spogliatoio...
«Esattamente. Tutti lo guardano. Ha il doppio degli anni di alcuni dei nostri giocatori, ma si sta inserendo molto bene. È un giocatore che dalla linea blu si farà sentire, potrebbe giocare ancora ad occhi chiusi nella massima serie».

Diego Scandella non smette mai di imparare...
«Sì, sono stato anche fortunato. Ho avuto diverse persone che nella mia carriera mi hanno dato delle opportunità. Per questo motivo non posso che esserne grato, ho girato tanto conoscendo diverse realtà. È proprio così, non smetti mai di imparare. L'hockey si vive 12 mesi all'anno. Non puoi fermarti». 

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