Primo giocatore francese a militare in NHL, Bozon è stato simbolo e capitano del nuovo Ginevra voluto dal gruppo Anschutz
GINEVRA - Se nasci a Chamonix - a pochi passi dalle piste che nel 1924 accolsero i primi Giochi olimpici invernali della storia - di alternative, riguardo a quale sport praticare, non ce ne sono molte. Lo sci o l’hockey su ghiaccio. E lui, Philippe Bozon, ha scelto la seconda opzione. Con ottimi risultati. Il piccolo Philippe è praticamente nato con un bastone in mano. Ma il figlio d’arte, il padre Alain aveva militato per una ventina di anni nel campionato transalpino, supera presto il genitore. Il giovane Philippe aveva infatti talento. Talento e determinazione. E a 16 anni parte per il Canada. Nelle leghe giovanili d’oltreoceano - vicino a Calgary - si fa le ossa. Tempra il carattere. E si fa conoscere. Gli scout iniziano a tenerlo sott’occhio. Bozon torna in Patria nel 1988. Ma il sogno americano è sempre presente. E nella primavera del 1992 - dopo una stratosferica stagione disputata nel suo Chamonix (48 gol e 20 assist in 34 partite) - riceve quella chance tanto desiderata. Bozon esordisce in NHL con la maglia dei St. Louis Blues. Il primo francese ad avere questo onore.
In totale saranno 144 le partite disputate, condite da 41 punti e tantissimo agonismo. Grandissimo lavoratore, Bozon dal Missouri ritorna cresciuto. Il suo viso porta i segni indelebili delle battaglie vissute sulle piste americane. Con quella cicatrice - souvenir di un colpo di pattino ricevuto contro i Detroit Red Wings - che lo accompagnerà per il resto della sua carriera. Una carriera che lo vedrà conquistare tre titoli tedeschi con gli Adler Mannheim prima di trasferirsi a Lugano. In riva al Ceresio, il francese viaggia ad oltre un punto a partita (112 in 107). Ma dopo due stagioni lascia il bianconero. E decide di riavvicinarsi a casa. Firma per l’ambizioso Ginevra del gruppo Anschutz e di Chris McSorley. E qui, a 82 chilometri dalla sua Chamonix, diventa un simbolo. Conquista la promozione in LNA al primo tentativo. Da capitano. E poi vive altre quattro stagioni da protagonista. Prima dell’addio dato nel 2006. Alle soglie della quarantina. Undici anni dopo il suo numero 12 viene ritirato dal club granata. Il 21 dicembre 2017 Bozon vive la sua serata d’onore. E tra i tanti ad acclamarlo quella sera, sul ghiaccio de Les Vernets, c’era anche il figlio Tim. Una sorta di passaggio di consegne. Da padre in figlio. La dinastia Bozon continua.
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