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UN DISCO PER L'ESTATELe dolci (e mortifere) melodie del violinista di Turku

26.06.19 - 07:01
Petteri Nummelin, che nel 2018 ha chiuso la sua straordinaria carriera a 45 anni, è stato probabilmente lo straniero più decisivo degli ultimi lustri bianconeri
Tipress (archivio)
31 agosto 2013: Nummy saluta il pubblico della Resega al termine della sua partita di addio al Lugano.
31 agosto 2013: Nummy saluta il pubblico della Resega al termine della sua partita di addio al Lugano.
Le dolci (e mortifere) melodie del violinista di Turku
Petteri Nummelin, che nel 2018 ha chiuso la sua straordinaria carriera a 45 anni, è stato probabilmente lo straniero più decisivo degli ultimi lustri bianconeri
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LUGANO - Il violinista ha smesso di eseguire le sue dolci melodie. Ha riposto il suo strumento nella custodia. E ha salutato tutti. Nel 2018. A 45 anni suonati. Un’età insolita per smettere. Ma non per lui, che la sua arte, la sua classe le ha mostrate sul ghiaccio. Con un bastone.

Nativo di Turku, ma ormai luganese di adozione, Petteri Nummelin - che spesso usava festeggiare le proprie reti mimando il colpo d’archetto sul bastone - è senza ombra di dubbio lo straniero più iconico che abbia vestito la maglia bianconera negli ultimi vent’anni. La sua maglia numero 33 - ritirata dal club il 31 agosto 2013 e da allora appesa sotto le volte della Resega - era lo spauracchio di tutte le retroguardie svizzere. Benché il folletto fosse, lui stesso, un difensore. Almeno sulla carta.

Perché giocatori come Nummy non si possono etichettare. Non si possono racchiudere in un ruolo specifico. Sono classe allo stato puro. E i numeri fatti registrare nelle dieci stagioni di Lugano (dal 2001 al 2006 e poi ancora dal 2008 al 2013) sono lì a dimostrarlo. Numeri assurdi. Mostruosi. Il finnico è infatti il secondo miglior marcatore del club bianconero a un solo "maledetto" punto dal record detenuto da Andy Ton (462 a 461).

Ma la sua grandezza non si può misurare, né rispecchiare solo nelle nude e crude cifre. Nummelin era uno spettacolo per gli occhi. Un artista fuori dagli schemi. Il suo polsino mortifero dalla blu è stato un marchio di fabbrica che tanto male ha fatto alle altre squadre elvetiche. I suoi passaggi chirurgici hanno fatto la gioia di compagni e tifosi. Sulle rive del Ceresio il finnico ha lasciato un ricordo indelebile. Lui che all’apice della sua storia bianconera era sicuramente tra i giocatori più forti e decisivi nel panorama europeo. Lui che con la maglia del Lugano ha conquistato due titoli (2002/03 e 2005/06) e ne ha sfiorato un altro. Professionalità e costanza che lo hanno portato a vivere una carriera lunga e straordinaria. Anche con la propria Nazionale. Un’avventura in maglia Suomi che lo ha visto protagonista in 15 Mondiali (un oro, quattro argenti e due bronzi) e ai Giochi Olimpici di Torino (argento). L’ultimo concerto il folletto l’ha eseguito dall’altra parte del mondo. A 45 anni. Un ultimo inchino in Giappone per mettere fine a una sinfonia memorabile.

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COMMENTI
 

Evry 4 anni fa su tio
Ora OCCHIO a Andrighetto, molto probabile il rientro in Svizzera.

sergejville 4 anni fa su tio
Risposta a Evry
Praticamente impossibile, visto i suoi parametri di stipendio e la giovane età (che gli aprono un mercato infinito).
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