Fin qui la Nati ha vinto e soprattutto convinto. A qualificazione ipotecata, nei prossimi match andrà in cerca di un'ulteriore iniezione di fiducia
BRATISLAVA (Slovacchia) - Una doppietta di Ambühl, una magia di Hischier e il solito guizzo di Hofmann sono bastati alla Svizzera per regolare anche la Norvegia in questa sua fin qui perfetta rassegna iridata.
Il successo su Thoresen e soci è stato, come i precedenti d'altronde, netto quanto meritato, largo quanto applaudito. La Nati è partita forte, ha imposto il suo gioco, ha tenuto alto il ritmo e poi, quando i rivali sono andati fuori giri, si sono distratti o semplicemente rivelati inadatti, ha piazzato il colpo.
È questo, di una squadra che in fin dei conti al Mondiale ha per ora fatto solo il suo dovere, che più piace. Che più convince. Chi si batte in pista sembra quasi non forzare. Costruisce e gioca muovendosi leggero, quasi stesse facendo solo il minimo indispensabile nell'attesa di sfidare avversari ben più solidi. Gli elvetici hanno fin qui scherzato? L'impressione data è proprio questa. E di sicuro ha lasciato un sapore dolcissimo in bocca.
Per quanto continuerà? Non servirà attendere molto. Ipotecata la qualificazione ai quarti di finale - certa a meno di miracoli lettoni con le big - la truppa di Patrick Fischer potrà davvero capire (e mostrare) quanto vale nei prossimi tre confronti. Nelle sfide a, nell'ordine, Svezia, Russia e Repubblica Ceca. Continuare a convincere, prima ancora che a vincere, pure con le candidate alle medaglie sarebbe una gigantesca iniezione di fiducia per il gruppo capitanato da Raphael Diaz. Un gruppo che sa di essere imperfetto, che sa di non essere il grande favorito per il successo finale ma... che non vuole porsi limiti.