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SWISS LEAGUEDa TopScorer del Sierre a coach dei giovani dell'Ambrì: «È un lavoro fantastico»

18.04.19 - 10:01
Il ticinese Alain Pasqualino è stato l'ultimo TopScorer della formazione vallesana in Lega Nazionale, nell'anno del fallimento del club (2013). La squadra è tornata in Swiss League dopo sei anni
Keystone, archivio
Da TopScorer del Sierre a coach dei giovani dell'Ambrì: «È un lavoro fantastico»
Il ticinese Alain Pasqualino è stato l'ultimo TopScorer della formazione vallesana in Lega Nazionale, nell'anno del fallimento del club (2013). La squadra è tornata in Swiss League dopo sei anni
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LUGANO - Nel corso di questa stagione il Sierre ha ritrovato l'hockey che conta grazie alla promozione ottenuta in Swiss League. La formazione vallesana disputerà dunque il campionato cadetto 2019/2020, sei anni dopo il fallimento che aveva costretto il club a ripartire dalla Terza Divisione (2013). «Sono contentissimo che i vallesani siano tornati», è intervenuto l'ex attaccante del Sierre Alain Pasqualino. «È una città che vive di hockey e la squadra ha sempre avuto moltissimo pubblico al seguito, tranne purtroppo nella stagione del fallimento. Per questo motivo fa piacere poter rivedere la stessa affluenza di tifosi che c'era in passato».

Nella sua carriera il 34enne è sceso sul ghiaccio di LNB in 449 occasioni, totalizzando 274 punti con Coira, La Chaux-de-Fonds, Visp, Ajoie e Sierre. Con quest'ultima squadra - nell'anno del "crollo" (2012/2013) - si era laureato TopScorer con 32 punti in 45 partite. «Ho giocato soltanto quell'anno a Sierre ed è stato un campionato difficile. Nel corso della stagione sono andati via diversi giocatori cardine, fra cui gli stranieri, e il gruppo è stato di conseguenza decimato. Il nuovo roster era composto prevalentemente da giovani e personalmente mi sono trovato a soli 28 anni nella situazione in cui ero diventato uno dei giocatori con più esperienza. Nonostante l'età media fosse molto bassa e il divario con gli avversari fosse grande, siamo comunque riusciti a creare un buon ambiente».

Cos'hai provato quando il Sierre è fallito? «È stata una sensazione bruttissima e non sapevo cosa fare. Avevo firmato un contratto triennale e parallelamente avevo iniziato una nuova esperienza professionale. Il mio programma era dunque quello di trascorrere gli anni successivi in Vallese, ma mi sono ritrovato a piedi. A quel punto, deluso, ho deciso di non cercare un'altra sistemazione e con la mia famiglia sono tornato in Ticino».

E cosa fai adesso? «Dopo un periodo abbastanza difficile sul piano professionale, il destino ha voluto che mi legassi all'Ambrì e più precisamente al suo settore giovanile. Ricopro attualmente il ruolo di allenatore-responsabile delle categorie piccolo, bambino e della scuola hockey. Sono davvero soddisfatto di poter lavorare con le giovani leve nel mondo dell'hockey. Ho la grande opportunità di trasmettere ai bambini la mia passione, insegnando loro i valori sportivi che ho avuto la fortuna di poter imparare nella mia carriera. È una sensazione gratificante».

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