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VHL«Kubalik sfonderà in NHL. Lugano? Questione di dettagli...»

07.02.19 - 10:05
Dalla Russia Ivano Zanatta pensa sempre al "suo" Ticino: «Quest'anno il campionato è uno spettacolo, il derby di settimana prossima potrebbe rivelarsi decisivo»
TiPress
«Kubalik sfonderà in NHL. Lugano? Questione di dettagli...»
Dalla Russia Ivano Zanatta pensa sempre al "suo" Ticino: «Quest'anno il campionato è uno spettacolo, il derby di settimana prossima potrebbe rivelarsi decisivo»
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SAN PIETROBURGO (Russia) - Conosce l'hockey meglio delle sue tasche e senza hockey non sa stare. Qualche mese fa il giramondo Ivano Zanatta aveva piantato la sua tenda nuovamente in Russia per portare avanti il progetto-Dinamo San Pietroburgo, squadra inserita nel campionato cadetto. In questa realtà l'ex Ambrì e Lugano ricopre diversi ruoli, tra cui quello del vice-allenatore. 

Uno come lui è sempre meglio averlo nel proprio team piuttosto che contro: per conoscenze, contatti e e bagaglio d'esperienza è senza dubbio un personaggio che sa il fatto suo. Cha sia in panchina o dietro a una scrivania il 58enne italo-canadese ama le sfide e mettersi costantemente in gioco.

Con il diretto interessato abbiamo iniziato la nostra chiacchierata parlando proprio della situazione attuale della sua squadra... «L'anno scorso era arrivata la vittoria del titolo (il club aveva poi rinunciato a salire per questioni economiche, ndr), ma sappiamo quanto nello sport sia difficile ripetersi. Siamo decimi e per i playoff ci siamo, visto che si qualificano le migliori 16. L'obiettivo della società, fissato ad inizio anno, è quello di passare il primo turno. Non va dimenticato che al termine del campionato passato abbiamo perso il portiere titolare, l'intera prima linea e il capitano. Alla luce di ciò è normale che la squadra risenta di queste pesanti perdite. In particolare stiamo incontrando tante difficoltà a segnare...».

Zanatta è pieno di idee e per questo problema sta cercando soluzioni...
«Il nostro club ha a disposizione tre piste su cui allenarsi. In una ho creato una zona unicamente per migliorare i tiri. Si tratta di un marchingegno molto particolare, quasi incredibile. L'hockey è in continua evoluzione e di conseguenza non si può lasciare nulla al caso. Mi piace paragonare il tiro dell'hockey al servizio del tennis. Senza un buon servizio un tennista non va da nessuna parte. È decisivo».

Idee innovative e sempre tanta voglia di fare... Ti vedi per tanti anni a San Pietroburgo?
«Qui mi trovo molto bene ma il contratto che ho stipulato mi permette di liberarmi in ogni momento. Con il mio agente ho avuto alcune discussioni in Svizzera e in Russia, ma nulla che mi ha davvero convinto fino in fondo». 

Il Ticino ti ha dato tanto, ma anche Ivano Zanatta ha dato tanto al Ticino...
«Ormai non è un segreto che mi piacerebbe tornare. Ho maturato davvero tante esperienze in questi anni, che mi hanno arricchito. Il mio bagaglio d'esperienza e i miei contatti potrebbero tornare utili a qualcuno...». 

In National League stiamo vivendo una lotta playoff davvero serrata...
«C'è poco da dire, è uno spettacolo. Vivere un campionato così è semplicemente il massimo, per tutti. Ho visto che tra una settimana c'è il derby, penso che quella partita potrebbe anche rivelarsi decisiva...». 

A tuo avviso cosa non sta funzionando quest'anno a Lugano?
«Difficile da dire dall'esterno. Va comunque detto che sono reduci da due finali in tre stagioni, non è poco. Nei miei anni a Lugano avevamo sempre raggiunto i playoff, disputando quattro finali. Due le avevamo vinte, le altre due le avevamo perse. Sembra una frase fatta, ma sono sempre stati i dettagli a fare la differenza. Nell'ultimo atto del 2001, per citare un esempio, mi ricordo di un passaggio azzardato effettuato in zona d'attacco da un nostro giocatore, dopo il quale era partito Samuelsson in contropiede regalando poi il titolo allo Zurigo. Un dettaglio nell'hockey può farti gioire, ma anche piangere...».

In chiave mercato il club bianconero - in vista della prossima stagione - ha la grana relativa al portiere da risolvere...
«Vista la situazione è inevitabile andare a prendere uno straniero, non ci sono più svizzeri di un certo livello a disposizione. Il solo Stefan Müller non basta, il ruolo del portiere è davvero troppo importante. Vi faccio un esempio, quando lavoravo ad Ambrì avevo insistito molto sull'ingaggio di Descloux. Era reduce dalla vittoria del campionato in NLB con l'Ajoie e intravedevo molto potenziale in lui. Ora, da quel che mi risulta, a Ginevra ha soffiato il posto da titolare a Robert Mayer».

Due parole su Kubalik, la NHL lo attende...
«Ce la farà. Ha la mentalità giusta, la Svizzera gli è servita come trampolino di lancio. È un giocatore completo, in NHL sfonderà...». 

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