Il vice-presidente del Lugano Andy Näser si è espresso in merito alla situazione delicata che stanno attraversando i bianconeri in campionato
LUGANO - Dopo 31 partite di campionato il Lugano occupa la decima posizione in classifica (43 punti), a cinque lunghezze dal Langnau ottavo (48). Non è sicuramente la situazione che speravano di vivere i vertici societari bianconeri a inizio campionato... «Nessuno ovviamente si aspettava di trovarsi confrontato con un decimo posto in classifica in questo momento della regular season», è intervenuto il vice-presidente del Lugano Andy Näser. «Nella mia carriera da giocatore una situazione del genere l'avevo però già vissuta. Non è un periodo semplice e l'unica ricetta per uscirne è rimanere concentrati sui propri obiettivi mantenendo la fiducia. L'importante è credere sempre in sé stessi e nei propri mezzi, lavorare duramente giorno dopo giorno senza pensare troppo in avanti. Il gruppo deve ritrovare le migliori sensazioni attraverso le prestazioni».
Come vedi la squadra? Questo weekend – in casa contro lo Zurigo e a Rapperswil – non si può sbagliare... «Personalmente sono molto fiducioso. Abbiamo un bel gruppo con delle enormi qualità individuali, ma purtroppo i singoli giocatori non sono ancora stati in grado di esprimere il loro potenziale fino in fondo. Sono convinto che la squadra sarà pronta sia per il match casalingo con i Lions di venerdì, sia per la trasferta di sabato».
Quale pensi sia il problema? La squadra non lotta forse al 100% per tutti i 60'? «Chiaramente analizzando le ultime due partite – contro Ambrì e Zurigo – non siamo effettivamente riusciti a giocare su alti livelli per tutti i 60'. Con i biancoblù abbiamo iniziato male l'incontro, ma devo dire che poi ci siamo ripresi e la squadra ha giocato veramente bene, anche se non è bastato. A Zurigo è invece successo il contrario. Le tante assenze non stanno nemmeno aiutando il gruppo a esprimersi al meglio, ma non bisogna cercare scuse e continuare a lavorare, i risultati arriveranno».
E Ireland come lo vedi? «La mia visione sull'allenatore non è mai cambiata. Nello sport è tipico: quando le cose vanno bene l'allenatore è un eroe, ma appena si presentano delle difficoltà si inizia a cercare un problema andando ad analizzare i minimi dettagli. Vengono poi create delle ipotesi prive di fondamento e molto lontane dalla realtà. Ognuno ha i suoi sentimenti e ha il diritto di esprimersi, ma tante volte si critica senza conoscere minimamente quello che succede all'interno di uno spogliatoio. L'importante è che la squadra non si lasci disturbare dalle voci e che continui a restare focalizzata su ciò che è in grado di controllare».