L'head-coach della Under 20 si è espresso in seguito al quarto posto ottenuto dai suoi ragazzi ai Mondiali di categoria
LUGANO - La Svizzera Under 20 ha colto un prezioso quarto posto ai Mondiali di categoria – che si sono disputati in Canada – perdendo la finalina contro la Russia (5-2). «Si tratta sicuramente di un ottimo risultato, ma siamo comunque tristi per non aver vinto una medaglia», è intervenuto l'head-coach Christian Wohlwend. «Nella finalina siamo stati superiori alla Russia, abbiamo giocato meglio e ci siamo creati molte occasioni, ma alla fine non abbiamo segnato abbastanza, perdendo di conseguenza la partita».
Il torneo è stato vinto dalla Finlandia che aveva sconfitto la Svizzera in semifinale 6-1... «I finnici sono davvero forti. Contro di noi per esempio, nel primo periodo, hanno messo grande pressione verso la nostra porta e sono stati in grado di siglare quattro reti effettuando soltanto otto tiri in direzione del nostro portiere. Il nostro match è praticamente finito dopo 20'. È una squadra composta da ottime individualità e rispetto a noi c'è ancora una certa differenza».
Come giudichi la prestazione dei tuoi ragazzi? «Abbiamo giocato sette partite ad alto livello, alla pari contro ogni avversario, ma di squadre forti abbiamo battuto solo la Svezia (nei quarti di finale, ndr). Sia nella fase a gironi sia dopo, siamo andati spesso vicini all'exploit, ma alla fine abbiamo perso per dei dettagli. A noi purtroppo mancano quei giocatori che fanno la differenza: abbiamo Kurashev che è un fantastico scorer (sei reti ai Mondiali, ndr), ma nessun altro dei nostri ha segnato quanto lui, mentre la situazione cambia con Finlandia, Canada, Russia, Svezia, Cechia e USA. Loro hanno più elementi che risolvono le partite».
Quale pensi sia il problema? «La verità è che i giocatori avversari militano tutti in squadre di club di primissimo livello in patria e hanno quindi più esperienza, mentre la maggioranza dei nostri U20 giocano in Swiss League. Non capisco perchè in Svizzera le squadre non facciano giocare con costanza gli U20 almeno in quarta linea. Sono il futuro del nostro hockey e bisogna dare loro più spazio. Mi auguro che questa tendenza potrà prossimamente cambiare».