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ASIA LEAGUEPiù forti del terremoto: «Sto vivendo un'esperienza incredibile»

14.12.18 - 09:11
Dominic Forget, attaccante canadese (con passaporto svizzero), sta scrivendo in Giappone una pagina affascinante della propria carriera. Vita, cultura e hockey: «Sta crescendo in tutta l'Asia»
Dominic Forget
Più forti del terremoto: «Sto vivendo un'esperienza incredibile»
Dominic Forget, attaccante canadese (con passaporto svizzero), sta scrivendo in Giappone una pagina affascinante della propria carriera. Vita, cultura e hockey: «Sta crescendo in tutta l'Asia»
HOCKEY: Risultati e classifiche

TOMAKOMAI (Giappone) - Nuova sfida, nuova avventura, nuovo continente: Dominic Forget, dopo 12 stagioni in Svizzera, è volato in estate agli Oji Eagles - club con sede nella città giapponese di Tomakomai - per scrivere una nuova affascinante pagina della propria carriera. L’attaccante canadese, già in possesso da un po' di tempo anche del passaporto svizzero, sta affrontando con grande entusiasmo l'annata in Asia League.

«Sono molto felice, sto vivendo un'esperienza incredibile e arricchente sia a livello culturale che professionale - esordisce il 37enne, Top Scorer dell’Asia League con 30 punti (15 gol) in 24 match - Le condizioni sono ottimali, come straniero sono stato accolto con grande calore: in Giappone siamo come degli "invitati" d'onore. C'è un traduttore che ci segue e aiuta in ogni occasione, dagli allenamenti alle partite fino ai momenti di vita quotidiana».

Il campionato è composto da 8 squadre: 4 giapponesi, 3 sudcoreane e una russa.
«Sono stato sorpreso in positivo del livello del gioco, è un hockey molto rapido. È difficile fare paragoni, ma credo di poter dire che le squadre di Asia League sono al livello dei quattro migliori team di Swiss League (dove Forget ha giocato per oltre dieci campionati con La Chaux-de-Fonds e Visp totalizzando qualcosa come 953 punti in 669 match, ndr). Anche qui ogni formazione può contare su due stranieri e, di conseguenza, ho un po' lo stesso ruolo che avevo in Svizzera: sono abituato a vivere questa situazione».

In Svizzera gli stranieri sono costantemente sotto la lente di tifosi e addetti ai lavori: lì com’è la vita da "import"?
«Siamo molto osservati per tutto quel che riguarda la routine quotidiana. Come preparare le partite, il regime alimentare, gli allenamenti a secco. Tutti i club vogliono crescere e sono contento di poter aiutare. Ci sono anche degli ottimi giocatori locali, anch'io riesco ad imparare qualcosa da loro».

Com’è percepito l’hockey nel continente asiatico?
«Sta crescendo in tutta l'Asia. In questi anni si sono mossi per portare degli stranieri che hanno "toccato con mano" campionati come la KHL e la NHL, insomma che hanno avuto delle buone carriere. Preferiscono puntare su giocatori d'esperienza anche per insegnare lo stile di vita e tutto quello che è legato all'hockey. Ci accolgono a braccia aperte perché siamo qui per insegnargli qualche "trucco" e strategia».

Squadre in Giappone, Corea del Sud e Russia: le distanze sono notevoli e il calendario è studiato per limitare gli spostamenti.
«In Svizzera si è abituati a giocare un incontro in trasferta e poi si torna a casa. Qui capita di disputare 2-3 match consecutivi contro una squadra per evitare di dover intraprendere di nuovo quella trasferta. Con questo sistema, che ha i suoi pro e contro, possono esserci più facilmente delle strisce di risultati positivi e negativi: il campionato anche per questo è molto serrato. A inizio stagione non è ancora "scritto" chi arriverà primo e chi ultimo. Gli spostamenti di norma sono in aereo. Il viaggio più lungo è quello per Seul, con tre ore di volo e poi il viaggio in bus».

In Asia League le prime 5 classificate si qualificano per i playoff. Le prime tre accedono direttamente alle semifinali, mentre la 4a e 5a giocano i quarti di finale. La vostra stagione come sta andando?
«Attualmente ci troviamo al quinto posto, ma siamo in crescita. Bisogna sapere che abbiamo avuto un inizio davvero difficile. Dopo le prime due partite (4 punti, ndr) c’è stato un terremoto di magnitudo 6.7 vicino alla nostra città e siamo stati costretti a fermarci. La nostra pista era inaccessibile e siamo stati senza giocare per quasi 6 settimane. Gli altri team hanno continuato a giocare mentre noi abbiamo perso il ritmo e ci siamo ritrovati con un notevole distacco. Ora va meglio e stiamo risalendo. Questo weekend a Tokyo si gioca poi la Coppa del Giappone, se ne parla da diverse settimane ed è un trofeo importante. Si può dire che è come laurearsi campione giapponese. In seguito inseguiremo i playoff sperando di andare il più in là possibile».

Hockey, ma non solo… cosa fai nel tempo libero?
«Inizialmente ho girato parecchio la regione in cui vivo, ho avuto modo di scoprire le “Onsen”, ovvero terme naturali di acqua calda. Adesso stiamo recuperando le partite saltate per il terremoto, il calendario è fitto e abbiamo molti match. I momenti liberi li sfrutto per riposare e prepararmi alle prossime sfide. Cerco comunque di approfittare al massimo di questa esperienza per scoprire cose nuove. Il Giappone è un Paese super rispettoso, con una sua filosofia di pensiero e di vita. È stata un'ottima scelta quella di venire agli Oji Eagles».

Vita, cultura, alimentazione… anche a livello culinario le belle sorprese non mancano.
«È un'alimentazione completamente differente, ho provato tantissimi piatti che non avevo mai visto: è un’esplosione di gusti. Mangiare con le bacchette è divertente, all'inizio ero troppo lento e non è stato evidente, poi ci ho preso l’abitudine... (ride, ndr). Piatti tipici? Nella nostra regione sono estremamente fieri dei loro allevamenti di bovini e pollame, il pollo fritto va tantissimo. Inoltre, non tutti lo sanno, ma fanno anche gelati eccellenti».

Il presente a Tomakomai, ma il futuro cosa riserva a Dominic Forget?
«Qui mi trovo molto bene. Da un po' di tempo ho però ricevuto il passaporto rossocrociato e viaggio già con quello. Ora, in Svizzera, non sono più considerato come un giocatore straniero. Non contando più come import penso potrei suscitare l'interesse di alcune formazioni. Ci sono già state delle discussioni. Interesse dalla National League? Mi piacerebbe molto giocarci, sono già stato per delle breve parentesi (licenza B, ndr) ad Ambrì e Ginevra. Dovrò riflettere bene e cercare la miglior soluzione. Non sono più un giovanotto di 20 anni, però mi sento in grande forma e voglio continuare ancora il più a lungo possibile».

È un discorso relativo alla prossima stagione o già al campionato 2018/19?
«Per essere onesto in diverse squadre si sono interessate e, conoscendo la mia situazione, potrebbero pensare di aggiungere un elemento in vista della post season. Ci son stati dei contatti, ma la mia risposta è che adesso sono agli Oji Eagles e conosco bene il mio ruolo in squadra. Dopodiché si vedrà anche il nostro piazzamento e l'eventuale cammino nei playoff», conclude l'attaccante Dominic Forget.

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