Pur con l'attenuante dei diversi infortuni è un Lugano che continua a balbettare. Diversi i giocatori che non stanno rendendo secondo le attese
LUGANO - Continuità cercasi. È con queste due parole che si può riassumere la settimana di un Lugano sceso in pista in tutte e tre le competizioni.
Prima la rabbiosa partita di Champions, vinta sui campioni uscenti del JYP, poi la rocambolesca sconfitta sul ghiaccio di Bienne e infine l'uscita di scena dalla Coppa Svizzera maturata ieri sera contro lo Zugo. Per carità: nessuno chiedeva al Lugano di vincere tutte e tre le partite settimanali - contro squadre di blasone -, ma senza dubbio era lecito attendersi qualcosa in più.
Dopo la prestazione di sostanza offerta in Finlandia, contro bernesi e svizzero-centrali i bianconeri hanno mostrato ancora una volta troppe lacune. In particolare a Bienne Hofmann e compagni - nonostante siano riusciti nella prima parte di gara a mettere in seria difficoltà la capolista - si sono rivelati fragili nel gestire i momenti topici dell'incontro. Qualche piccolissimo passo avanti sì, ma ancora troppi alti e bassi.
Prendendo in considerazione le ultime sei gare il Lugano ne ha vinte soltanto due, una delle quali contro il derelitto Rapperswil. Se quella delle assenze può essere un'attenuante - nel weekend hanno raggiunto l'infermeria anche Lajunen e Riva - in riva al Ceresio serve un cambio di rotta. Il tempo per rimediare, chiaramente, non manca ma dopo un mese di campionato nessuno immaginava di trovare i bianconeri sotto la riga e arrancare in questo modo.
Sono diversi i giocatori che non stanno rendendo secondo le aspettative: Bürgler, uno che il gol ce l'ha nel sangue, è andato in rete soltanto in un'occasione sin qui in campionato. Stesso discorso per Fazzini e Cunti. Pure i neo-acquisti Chorney e Jecker (il peggiore della sua squadra nella statistica +/- con un -5) stanno faticando maledettamente a calarsi nella nuova realtà. In attesa di scoprire tra qualche partita il vero valore di Haapala.