Vittorie convincenti o drammatiche cadute: cosa sta accadendo alla Vaillant Arena? Il 34enne difensore ha indicato i problemi. E accarezzato Inti
DAVOS – Solo tre vittorie su otto match disputati, ben quattro sconfitte casalinghe su cinque partite, una difesa colabrodo e, di conseguenza, una classifica piuttosto magra. Il primissimo Davos di questa stagione non sta proprio entusiasmando. Balbetta, si addormenta, si risveglia e poi cade nuovamente in un sonno profondo. Per la disperazione dei suoi tifosi, che sognavano un'annata da protagonisti e che invece stanno per il momento masticando amaro.
Qualità sulla quale lavorare Arno Del Curto ne ha parecchia; non si spiegherebbero altrimenti i successi, meritati e non casuali, centrati a Losanna e Zugo. I rovesci patiti sono però stati ancor più inspiegabili. Come si possono incassare 19 (diciannove!) reti in tre incontri interni contro Langnau, Friborgo e Bienne?
«A dire il vero neppure noi sappiamo bene quel che sta accadendo – ha ammesso Félicien Du Bois - la differenza tra alcune nostre prestazioni è infatti davvero molto grande. Vinciamo convincendo e questo va bene. Ma dovremmo essere in grado di imporci anche nelle serate nelle quali non facciamo benissimo. Eppure non accade. Quando prendiamo qualche gol diamo anzi l'impressione di mollare. È capitato già troppe volte, soprattutto in casa: dobbiamo cambiare».
Come si fa a svoltare?
«Inutile girarci attorno, il problema è mentale. Chiaro che poi quando la testa non fa quel che deve tutto sembra sbagliato; in questo caso però la svolta arriverà solo quando prenderemo coscienza di quel che non facciamo bene. Di sicuro va trovata una soluzione in fretta. Dobbiamo lavorare, guardarci negli occhi, capire, parlarci e ripartire, perché così non possiamo andare avanti».
Tranne il Rapperswil, che pare in difficoltà, la classifica è comunque cortissima.
«E questo è sicuramente un bene: con una mini-serie positiva si può risalire velocemente».
Nota positiva di questo Davos è Inti Pestoni, con dieci punti secondo miglior marcatore del campionato.
«Lo conosco da anni. Sono molto contento per lui. Si vede che ha lavorato bene fisicamente durante l'estate; ora sta raccogliendo i frutti di quanto seminato. È solare, positivo, alla mano e mette in pista gioia ed energia. Per noi è ottimo poter contare su di lui, su un compagno in grado di fare punti praticamente ogni sera».
Con lui potete mandarvi a quel paese in italiano.
«Prima c'erano Sciaroni, Simion e Guerra, ma sono andati tutti via. Ora posso allenare la lingua con lui. Siamo pure seduti uno accanto all'altro nello spogliatoio e... le parolacce in italiano o in dialetto ticinese sono le più efficaci. Scherzi a parte, sono felice che sia qui, che sia un mio compagno di squadra».