Il difensore del Lugano, Julien Vauclair, ha parlato della finale dei playoff dove il Lugano sfiderà lo Zurigo: «Non importa l'avversario: per vincere il titolo bisogna battere tutti»
LUGANO - C'è ovviamente grande gioia da parte dei giocatori del Lugano in seguito alla qualificazione all'ultimo atto dei playoff, ottenuta grazie al 4-2 nella serie rifilato al Bienne. Per capitan Julien Vauclair si tratta della sesta finale in carriera - disputate tutte con i bianconeri - con cui ha vinto due titoli: nel 1999 e nel 2006. «L'unico motivo per il quale gioco ancora a hockey? Vincere un altro titolo ed è da dieci anni che sto lottando per questo obiettivo», ha esordito proprio il numero 3 dei ticinesi. «Ancora una volta abbiamo fatto un passo avanti ma non abbiamo ancora conquistato niente, vogliamo vincere il campionato. Dobbiamo essere contenti e approfittare di questo momento, ma da lunedì si riparte».
Cos'è cambiato nella vostra testa dal 30' di gara-3? «Onestamente non penso che sia cambiato tanto, dato che ci abbiamo sempre creduto. Tante persone ridono quando uno sportivo dice che bisogna prendere partita per partita, ma sullo 0-3 in gara-3 - con la serie sullo 0-2 - ci siamo guardati negli occhi, ci siamo detti che non era ancora finita e che sarebbe bastato segnare un gol per riprendere fiducia, mettere un po' di pressione, continuare a spingere ed è quello che è successo. Abbiamo dato una lezione di umiltà in questa serie. Oltre a questo voglio sottolineare il mio stupore nell'aver letto e ascoltato alcuni commenti da parte dei giocatori del Bienne durante questa serie che faccio davvero fatica a capire. Personalmente non ho bisogno di sentire certe affermazioni per alzarmi al mattino ed essere motivato, ma penso che le loro dichiarazioni abbiano dato al gruppo una carica ulteriore».
A che cosa ti riferisci in particolare? «Per esempio che dopo quattro partite la serie poteva essere sul 4-0 per loro; che il Bienne ha dominato il Lugano; che il Bienne ha vinto quattro volte di fila durante la stagione e che il Lugano era inferiore; che il Bienne era praticamente in finale e così via. Personalmente sono consapevole da quando sono un bambino che certe cose non si dicono, sono parole brusche dette al tuo avversario e a noi hanno fatto solo bene. Bisogna parlare alla fine di ogni serie, mai prima. In 20 anni da professionista ho vissuto ogni tipo di situazione: ho vinto una finale che perdevo 3-0, ne ho persa un 'altra che vincevo 3-1 per esempio. Sono evidentemente consapevole che nell'hockey non è mai finita e questo lo abbiamo dimostrato molto bene».
E ora ci sarà lo Zurigo. È un bene avere evitato la vostra bestia nera, ovvero il Berna? «No, perché il nostro è un campionato molto equilibrato e competitivo. Tutti davano il Bienne nei playout ed è invece finito terzo in regular season, lo Zurigo invece ha avuto una stagione difficile e adesso si ritrova in finale. Il Berna poi se non sbaglio lo abbiamo sconfitto tre volte quest'anno, quindi non esiste una favorita perché tutti possono avere la meglio contro tutti e per vincere il titolo bisogna essere in grado di battere chiunque».