Pur se incerottato, il Lugano ha indossato il vestito buono per i playoff: contro un Friborgo “slegato” sembra poter agilmente centrare la qualificazione alle semifinali
LUGANO - Tre infortunati eccellenti e, per scelta tecnica, fuori Klasen: alzi la mano chi - da tifoso del Lugano - non si è avvicinato al match contro il Friborgo con un pizzico di apprensione.
Eppure, nonostante i timori della vigilia, i bianconeri hanno incantato. Certo, hanno potuto contare sul solito Merzlikins da playoff, su un enorme Lapierre, su un Hofmann ispiratissimo e, in generale, su un gruppo dove ognuno ha svolto alla perfezione il compito assegnato. Ma questo è stato un merito, non un torto. I ticinesi hanno lasciato il segno replicando quello che erano riusciti a fare nel loro periodo migliore, a inizio stagione: hanno giocato da squadra, valorizzando - come qualcuno ha detto durante l'anno - il nome scritto davanti (e non quello dietro) alla maglia. Tutto ciò ha portato a un risultato, il 6-2, netto e meritatissimo. Ha portato a una dimostrazione di forza che fa ben sperare per il prosieguo di una serie che, seppur giovanissima, pare essere già segnata. Di fronte a un gruppo vero, nel quale le individualità si muovono per il bene collettivo, si è infatti vista invece un'accozzaglia di ottimi giocatori. Tanti singoli bravissimi, che insieme non sono però riusciti a muoversi come un'orchestra. I Dragoni sono temibili e vanno rispettati; se, nonostante le convincenti prestazioni firmate da inizio 2018, la loro miglior versione è quella vista sabato alla Resega, allora le loro possibilità di acciuffare le semifinali sono veramente basse. E di tutto ciò non può che godere il Lugano...