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HCAPFora, vita da capitano: «Leader? Non sono l'unico nello spogliatoio»

03.10.17 - 07:00
Il possente difensore dell'Ambrì si è espresso in merito a questo inizio di stagione: «Non possiamo mollare un solo colpo»
Fora, vita da capitano: «Leader? Non sono l'unico nello spogliatoio»
Il possente difensore dell'Ambrì si è espresso in merito a questo inizio di stagione: «Non possiamo mollare un solo colpo»
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AMBRÌ - Dopo nove partite di National League, l'Ambrì è decimo in classifica con 7 punti, una lunghezza in meno del Losanna nono (8) e una in meno del Ginevra ottavo (9).

Con Luca Cereda in qualità di head-coach, in Leventina è arrivata una ventata di aria nuova e in queste prime gare di campionato la mano dell'allenatore si è vista. La squadra gioca un buon hockey e, finora, avrebbe anche potuto mettere in cascina qualche punto in più. «Dobbiamo continuare ad applicare al meglio il nostro sistema di gioco», ha analizzato capitan Michael Fora. «La chiave per conquistare più punti durante le partite da qui alla fine del campionato, è quella di entrare ogni sera sul ghiaccio disperati per tutti i 60'. Non possiamo mollare un solo colpo».

Proprio il 21enne è uno dei protagonisti di questa squadra e, nonostante la sua giovane età, sta dimostrando di avere tutte le carte in regola per poter trascinare i suoi compagni. «Un capitano deve saper essere polivalente: un amico, un motivatore, un leader e anche il collante con lo staff tecnico. Personalmente devo fare ancora molta esperienza, perché ho da imparare tantissimo. Cerco di essere un leader sul ghiaccio, così come in panchina, portando tante emozioni e penso che questo sia il mio punto forte. In spogliatoio provo spesso a dire ai miei compagni ciò che ritengo più giusto, anche se il mio compito è facilitato dal fatto che nella nostra squadra ci sono diversi trascinatori. Non sono l'unico leader e ci aiutiamo molto fra di noi».

E dopo aver vinto all'esordio il derby alla Resega, l'Ambrì è caduto malamente lo scorso weekend alla Valascia contro il Lugano (1-4), perdendo poi anche il giorno seguente contro il Bienne... «Il nostro è un sistema di gioco molto semplice che consiste soprattutto nel pattinaggio, nel forecheck e nel far girare velocemente il disco, ma nel derby tutto questo è un po' mancato. I bianconeri sono stati poi bravi a sfruttare le opportunità che si sono creati sui nostri errori individuali e a tradurle in reti». 

Quanto è un vantaggio avere l'allenatore presente già all'inizio dell'estate, quando comincia la preparazione fisica? In passato non è sempre stato così... «È stato molto importante avere fin da subito Cereda alla guida della squadra. Questo ha permesso al gruppo di sviluppare una preparazione estiva concentrata su quello che poi abbiamo applicato in pista, trasferendo la mentalità e il lavoro svolto durante la preparazione sul ghiaccio. Luca aveva gia le idee in chiaro e noi sapevamo esattamente quello che lui voleva da noi. Una volta messi i pattini è stato quindi molto più semplice per tutti adattarsi al nuovo stile».

...ed è tornata a tutti i componenti della squadra quella voglia di collettivo... anche da parte di coloro che erano alla Valascia già da un po' di tempo... «Esattamente. Si è trattata di un'ottima preparazione e si è creato davvero un bell'ambiente già in estate. Ognuno era contento di vivere questo nuovo spirito di squadra e ora siamo motivati a continuare e a migliorare questo percorso iniziato insieme».

 

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