L’Ambrì questa mattina ha deciso di sollevare dal suo incarico l’head coach dopo sei sconfitte consecutive e con l’incubo della finale dei playout. La società poteva muoversi prima?
AMBRÌ - Non ha sorpreso nessuno, o per meglio dire pochi, l’allontanamento di Hans Kossmann dalla panchina dell’Ambrì. Non ce ne voglia l’ormai ex head coach, che probabilmente paga colpe non del tutto sue, ma con i leventinesi in costante discesa, senza un minimo di reazione e col rischio di giocarsi la finale dei playout (per non citare lo scontro salvezza con la vincente della LNB), c’era bisogno di una scossa.
La società leventinese ha tante, tantissime colpe di quello che sta accadendo alla compagine sopracenerina a partire dal deficitario mercato estivo - praticamente nessun acquisto, fatta eccezione per Pesonen, ha lasciato il segno -, passando per le dichiarazioni fuorvianti e di facciata delle ultime settimane che hanno creato ancora più nervosismo o per l'arrocco tra Scandella e Tsygurov che non sembra aver portato grandi miglioramenti, fino ad arrivare al totale immobilismo nel tentare di dare una scossa alla squadra.
Il CdA, ha analizzato la situazione e, come spesso accade nei momenti di difficoltà, ha deciso di far pagare all’allenatore il cattivo momento. Giusto? Sbagliato? Solo il ghiaccio potrà dirlo; l’Ambrì quest’anno non ha mai convinto - se non durante l’ultima settimana di novembre - ma è altrettanto vero che Kossmann lo scorso anno, con una squadra più convincente, era arrivato a un passo dai playoff al termine di una grande risalita.