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HCLIl traghettatore Ireland costretto a convincere subito: «Altrimenti per il Lugano è finita»

18.01.17 - 09:36
Come può un coach "a tempo" ottenere la fiducia dello spogliatoio? Per Arno Rossini non ci sono dubbi: «Non dovrà stravolgere il lavoro di Shedden. Anche lui, con la squadra, rischierà però figuracce»
Il traghettatore Ireland costretto a convincere subito: «Altrimenti per il Lugano è finita»
Come può un coach "a tempo" ottenere la fiducia dello spogliatoio? Per Arno Rossini non ci sono dubbi: «Non dovrà stravolgere il lavoro di Shedden. Anche lui, con la squadra, rischierà però figuracce»
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LUGANO - Doug Shedden (e Pat Curcio) fuori, Greg Ireland dentro. Ma solo fino a fine anno. L'ennesimo ribaltone della storia recente ha portato solo più confusione a Lugano dove ora, silurata la poco convincente coppia di tecnici, si troveranno ad affrontare l'ultima parte di stagione a fari spenti. Senza poterselo permettere.

Già perché la qualificazione ai playoff - parsa scontata a inizio stagione - è ancora tutta da conquistare. Come da conquistare sono tranquillità, continuità e quell'autorevolezza mancate da settembre in avanti.

Tutto ciò dovrà essere raggiunto con con l'aiuto di un coach, Greg Ireland, che è praticamente già certo di non rimanere oltre aprile. Il nuovo allenatore avrà dunque un compito ancor più difficile di quello che spetta a chi di solito siede in panchina: dovrà raggiungere degli obiettivi da precario.
Da precario dovrà convincere i giocatori a seguirlo, i dirigenti a fidarsi di lui, i tifosi ad applaudirlo. Dovrà fare punti, ottenere risultati... si troverà insomma di fronte un Everest da scalare.

«Dovrà fare un grandissimo lavoro - è intervenuto Arno Rossini - entrando immediatamente nelle teste dei giocatori».

Non basterà parlare al gruppo, spronarlo, per far sì che i risultati tornino? In fondo l'anno passato Shedden fu subito decisivo...
«Si deve capire quali sono state le dinamiche del licenziamento dei due ex allenatori. Se il rapporto tra atleti e tecnici era burrascoso e se ora la società si dimostrerà presente e forte, allora può anche essere che Ireland riesca subito a lasciare il segno. Magari, spinti da voglia di rivalsa, i giocatori cominceranno istantaneamente a dare tutto. E otterranno punti e vittorie. A Ginevra hanno cominciato bene...».

Ireland lavorerà a Lugano per almeno un paio di mesi. Qual è il segreto per avere immediatamente un grande impatto?
«Dovrà chiedere cose semplici e, sembrerà assurdo, non stravolgere il lavoro fatto da Shedden e Curcio. Ha infatti a disposizione un organico molto forte e non ha il tempo per troppi cambiamenti. Però dovrà essere incisivo: anch'egli rischia parecchio...».

In che senso?
«Se non farà subito benissimo, se non lascerà il segno diciamo - dopo i punti di martedì contro le Aquile - nelle prossime tre quattro partite, per il Lugano sarà finita. Passati quei match, se non sarà stata imboccata la giusta strada, allora la stagione bianconera sarà destinata a essere deludente, fallimentare».

Senza possibilità di recupero?
«Non penso. Se il cambiamento non porterà una veloce inversione di tendenza allora molti cominceranno a tirare i remi in barca ancor prima che il campionato sia concluso. E il Lugano rischierà di infilare una figuraccia dopo l'altra».

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