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LNBStucki: «Alla Resega mi sentirò un po' a casa. Contratto? Sono aperto a tutto»

13.01.17 - 09:29
Presente e futuro: l'attaccante, in forza ai Rockets, fa il punto della situazione. «Playoff? In realtà non ne parliamo, ma ci siamo accorti di essere "lì"»
TiPress
Stucki: «Alla Resega mi sentirò un po' a casa. Contratto? Sono aperto a tutto»
Presente e futuro: l'attaccante, in forza ai Rockets, fa il punto della situazione. «Playoff? In realtà non ne parliamo, ma ci siamo accorti di essere "lì"»
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LUGANO - La Resega si prepara ad abbracciare i giovani e frizzanti Ticino Rockets. Questa sera la trasferta a Rapperswil, poi il match casalingo in programma in quella che di norma è la tana dei bianconeri: la banda Cereda per una volta cambia "casa" e passa dal ghiaccio di Biasca a quello di Lugano. Il duello di domenica contro i vallesani - ingaggio d'inizio alle 14.30 -, è una bella opportunità, una mossa intelligente per avvicinare i rivieraschi anche alla realtà luganese, cara all'attaccante Christian Stucki.

«Sono cresciuto a Lugano e, per me, già arrivare nei corridoi della Resega è sempre un'emozione: "sento" l'ambiente di dove son cresciuto, giocarci con i Rockets sarà spettacolare, mi sentirò un po' a casa», spiega il 24enne, autore fin qui di 11 reti e 13 assist in 31 incontri.

In futuro ci si "sposterà" anche alla Valascia. «Sono ottime iniziative, se possibile si potevano proporre anche prima, ma questo dipende anche dalla disponibilità delle piste. Ci auguriamo che l'affluenza sia maggiore rispetto a Biasca: la spinta del pubblico aiuta e si fa sempre sentire».

Dopo un periodo di adattamento alla categoria e un inizio comprensibilmente difficile, i Rockets sono cresciuti parecchio e, nella parte bassa, la classifica ora si è notevolmente accorciata. Un weekend positivo potrebbe avvicinare ulteriormente i rivieraschi all'ottavo posto (distante 7 punti). «All'inizio non pensavamo ai playoff, eravamo realisti. Ora, con il passare delle partite, ci siamo accorti di essere "lì": lo sport è fatto di incertezze e sorprese, è anche il bello. Adesso però non serve mettersi pressione, andiamo avanti e si vedrà, in fondo siamo ancora ultimi: non siamo stati ancora abbastanza forti da essere sopra la riga. L'importante sarà non avere rimpianti a fine stagione. Certo, da giocatori, quando ci si accorge di essere vicini ci si vuole provare: la top-8 è un "tramonto" che può arrivare, ma in realtà non se ne parla».

Il tutto senza stranieri. «In una squadra possono essere importanti, ma abbiamo dimostrato che anche uno svizzero, con fiducia e allenamento, può dare quello che dà uno straniero. Averli sarebbe un plus, ma forse toglierebbero spazio a due giovani».

Capitolo contratto: Stucki è in scadenza con l'Ambrì. Futuro da Rockets, sempre in Leventina, in LNA o magari in un top club di LNB? «Le discussioni ci sono, fa parte del business, ma il mercato è strano. Per ora non ho fretta e penso a giocare: sono in scadenza e vedremo quel che arriva. Ho quasi 25 anni, un futuro da crearmi, non faccio "calcoli", sono aperto a tutto, ma ora mi concentro sul ghiaccio».

Giacomo Dal Pian, ad esempio, ora ha un contratto con i Rockets. «Sì, ma ha firmato in estate, ora è presto, io sono qui in prestito. Il progetto Rockets è fatto per lanciare i giovani, non si punta al titolo. La società sarebbe contenta di vedere un "proprio" elemento che va a giocare in squadre con grandi aspettative. L'ambizione di ogni giocatore è vincere e alzare una coppa: quando arrivano offerte da grandi team tutti sono contenti».

Come vedresti un'avventura oltre Gottardo? «Ogni giocatore che parte dal Ticino vorrebbe averla nel suo curriculum: sia a livello sportivo che umano. La carriera è breve, è importante trovarsi in un posto in cui credono in te. Ogni percorso è da prendere in considerazione, in fondo si pensa al proprio bene», conclude Christian Stucki.

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