L'ex coach del Berna sarà senza squadra dal primo maggio. «Nei playoff abbiamo fatto qualcosa di enorme ma ora la mia vita è tornata ai ritmi normali. Cerco una panchina, magari anche la U20»
BERNA - La festa bernese, andata in scena dopo la conquista del titolo, si è consumata da una decina di giorni. Abbastanza per riprendere la propria esistenza normale dopo qualche eccesso. Abbastanza per smaltire i carichi di adrenalina accumulati durante i playoff e per cominciare a godersi davvero le giornate primaverili. Qualcuno, a dire il vero, a Berna starà brindando. Qualcuno ma non lui, l'"eroe per caso" Lars Leuenberger, l'uomo che negli ultimi mesi ha vissuto sulle montagne russe: era assistant coach, è stato promosso a head coach, ha vinto il campionato, è stato licenziato. Un su e giù da brivido.
«Tutto è passato - ha ammesso proprio Leuenberger - sono tornato a fare quel che facevo prima del finale di stagione. I ritmi sono tornati normali».
Con disco e bastone che si sono fermati da un po' sei riuscito a realizzare quanto hai combinato?
«A dire il vero non solo so. Direi di sì. Ma anche di no. So che abbiamo scritto la storia e ciò mi rende orgoglioso. Siamo partiti da ottavi e abbiamo completato dei playoff fantastici, collezionando dodici vittorie e incappando in due sole sconfitte. È stato qualcosa di enorme, di fantastico. Questi sono dati. Però... probabilemte ancora non ho capito del tutto la portata di quanto è stato realizzato. Per quello forse ci vorrà qualche mese».
Quando, durante i playoff hai davvero capito che avreste potuto vincere?
«A dire il vero subito, dopo il primo successo con lo Zurigo. Ho pensato: "Se abbiamo battuto in casa loro i Lions, che sono stati i migliori della regular season, allora abbiamo le carte in regola per andare fino in fondo". Quella vittoria è stata un'iniezione di fiducia. Per me e per la squadra. Poi però non ci siamo fermati. Abbiamo superato il primo turno e trovato il Davos, che ci ha messo in grande difficoltà e avuto più chance dei Lions di batterci. E poi è arrivata la finale con il Lugano».
Combattutissima.
«Durissima a livello fisico e mentale e nella quale tutte le mie linee hanno fatto un lavoro enorme. Hanno fatto la differenza».
La cavalcata trionfale dei playoff è cominciata con una pessima notizia. A Berna ti hanno comunicato che non avrebbero continuato con te.
«Quello è stato un giorno duro. Molto duro. Credevo di aver fatto un buon lavoro fin lì e pensavo di poter proseguire a lungo a lavorare per il club. Volevo vincere con quella squadra».
Invece ti stavano togliendo tutto, ti stavano licenziando.
«Fa parte del gioco. Ho capito e fatto quel che ci si aspettava da me: mi sono concentrato su quel che sarebbe potuto accadere sul ghiaccio. Sugli avversari da affrontare, sulle partite da preparare...».
Il successo finale è stato per te una sorta di rivincita nei confronti del Berna?
«No, no, no, assolutamente. Come detto, nel mese e mezzo di playoff ho pensato solo a preparare al meglio ogni match. Poi, dopo il trionfo abbiamo festeggiato tutti insieme. Tutto qui».
E ora che succederà?
«La prossima settimana tornerò in sede, a Berna. Saluterò tutti e riconsegnerò le chiavi. Così chiuderò ufficialmente la mia avventura con gli Orsi. Poi mi guarderò attorno. È ovvio che a questo punto voglio continuare ad allenare».
In LNA o andrebbe bene anche il piano inferiore?
«La preferenza, mi pare chiaro, va alla massima serie».
Il punto è che non ci sono poi troppe panchine libere. A meno che tu non voglia andare a Losanna. Vai al Losanna?
«No, non so - ha aggiunto ridendo Leuenberger - Attenderò la chiamata giusta. Anche la Federazione, con la U20, potrebbe essere un'opzione interessante. Staremo a vedere quel che accadrà».