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FRANCIA 2016 – VIP CAFE«Alla Svizzera è mancata l'adrenalina della Streif di Kitzbühel»

28.06.16 - 10:00
Franz Heinzer, campione del mondo nel 1991 e grande protagonista sulla pista più difficile del Circo bianco, spera ora di applaudire un vincitore a sorpresa
«Alla Svizzera è mancata l'adrenalina della Streif di Kitzbühel»
Franz Heinzer, campione del mondo nel 1991 e grande protagonista sulla pista più difficile del Circo bianco, spera ora di applaudire un vincitore a sorpresa
SPORT: Risultati e classifiche

PARIGI (Francia) – Quando lasciava il cancelletto di partenza era un'autentica sinfonia di stile fra le porte della discesa libera, disciplina che lo ha consacrato campione del mondo e re di Kitzbühel e Wengen.

Ritratto
Franz Heinzer è nato l’11 aprile del 1962 e rappresenta una delle perle svizzere nel panorama internazionale. Sugli sci ha regalato le emozioni più intense ai tifosi rossocrociati. «Sono fiero della mia carriera e sinceramente mi mancano le gare, perché l’adrenalina che scarica una discesa libera è unica». Heinzer, che aveva chiuso l’attività agonistica nel 1994 dopo dieci anni di successi, si dedica dal 2004 ai talenti di Swiss-ski come consulente nella velocità e gestisce sempre il suo negozio di sport. «Mi piace anche il calcio, seguo mio figlio Franco di 18 anni che milita nel Brunnen e sono spesso a bordo campo per sostenerlo».

Carriera
Franz Heinzer, lo sciatore dallo stile perfetto, ha vinto tre volte la Coppa del Mondo di discesa, oltre ad una di Supergigante, e si è laureato campione del mondo, in libera, a Saalbach, nel 1991. «Un anno magico per la mia prima vittoria a Kitzbühel». Una pista mozzafiato, sulla quale ha poi trionfato altre due volte l’anno successivo. Cosa serve per domare la mitica Streif? «Non devi aver paura, ma solo rispetto di quel pendio che fa veramente... paura! Inoltre ci vuole una straordinaria fiducia in se stessi e una concentrazione glaciale per affrontare la Streif, altrimenti ti castiga».

Heinzer ha domato anche un’altra storica pista, quella del Lauberhorn, dove si è imposto nel 1992. «A Wengen scendi lungo quattro chilometri e mezzo, devi avere le gambe di ferro per sopportare il dolore e soprattutto la lucidità mentale per non sbagliare. Lo sci è uno sport di sacrificio, ci si allena otto mesi per una stagione di gare che ne dura soltanto quattro, e il Lauberhorn è proprio una di quelle discese che devi preparare già in estate con grande impegno».

Nella classifica di tutti i tempi ha rivaleggiato con Franz Klammer e Peter Müller per il numero assoluto di vittorie in Coppa del Mondo, ma sicuramente ha vinto il trofeo dello stile. «È un complimento che ho sempre gradito, ma non ho mai prestato particolare attenzione al mio modo di sciare, perché è una qualità innata che ho sviluppato da bambino».

Il più bel ricordo
«Il titolo mondiale nel 1991 è stato fantastico, ma essere riuscito a vincere sulle piste storiche di Val Gardena, Val d’Isère, Kitzbühel, Wengen e Garmisch è un motivo di grande orgoglio».

Il mio Europeo
«Il calcio fa parte della nostra realtà familiare e anche mia moglie Heidi e le altre nostre due figlie Cindy di 22 anni e Carina di 17 hanno palpitato per la Svizzera. Peccato per l'eliminazione ai tiri di rigore. Ci voleva l'adrenalina della Streif! Franco, che è un grande fan dell’Arsenal, ha seguito in particolare Xhaka, che è passato ai Gunners. Vi lascio immaginare la sua amarezza per la conclusione sbagliata da Granit...».

Chi vincerà?
«La Germania è la favorita numero uno, ma io mi auguro che sia una sorpresa a vincere. Nel calcio è l’imponderabile che crea stupore ed emozione, la discussione va alimentata dagli episodi, a scapito di decisioni difficili che possono far male, spesso che riguardano gli arbitri. Per questo il calcio è passione».

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