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FRANCIA 2016 - VIP CAFE«Valon Behrami è un leone e tutti lo devono imitare»

15.06.16 - 08:29
Fabrizio Pusterla, padre della specialista del lungo Irene, elogia il guerriero rossocrociato e ci parla delle sue prodezze da sprinter negli anni '70
«Valon Behrami è un leone e tutti lo devono imitare»
Fabrizio Pusterla, padre della specialista del lungo Irene, elogia il guerriero rossocrociato e ci parla delle sue prodezze da sprinter negli anni '70
SPORT: Risultati e classifiche

PARIGI (Francia) – Aveva 16 anni e mezzo quando stupì tutti vicendo i 100 metri della Weltklasse di Zurigo e adesso segue con grande passione la figlia Irene nel salto in lungo. Fabrizio Pusterla è un personaggio che fa ancora oggi dello sport una componente della sua vita.

Ritratto

Nato il 2 dicembre 1953, lo sprinter di Ligornetto è stato uno dei più grandi specialisti della sua epoca. Nel 1970 ha vinto i 100 metri della Weltklasse di Zurigo con il secondo tempo mondiale di allora di 10.2. Un crono che è sempre imbattuto in Ticino e che lo annovera ancora oggi fra gli atleti più forti. «Sono naturalmente orgoglioso, ma al tempo stesso un po’ deluso. I record sono fatti per essere battuti e se resistono così a lungo, vuol dire che il livello delle nuove leve è scarso».

Carriera

Fabrizio Pusterla ha gareggiato con i miti della velocità di allora come il sovietico Valeri Borzov, due volte campione olimpico e vincitore di quattro titoli mondiali. «Nella finale di Coppa Europa del 1970 a Zurigo ero scattato davanti a tutti, ma ai 50 metri bloccarono la gara per una partenza falsa e nella ripetizione pagai lo sforzo e chiusi al quinto posto a due decimi da Borzov. Non stavo tanto bene, quel 10.5 ha per me un valore molto alto».

Poi seguirono i Mondiali del 1971 a Helsinki, dove stabilì un ottimo 10.3. «Purtroppo non bastò per la medaglia, furono dei 100 metri molto veloci con il vincitore a 10 netti e dovetti accontentarmi del quarto posto».

E l’anno seguente il ritiro prematuro... «Stavo preparando le Olimpiadi di Monaco e fui vittima di due gravi infortuni. Non riuscivo più a divertirmi, correre per me doveva essere e restare un piacere, e quindi decisi di smettere. Avevo dato la priorità agli studi».

Il ricordo più bello

Il 3 luglio 1970, nella Weltklasse di Zurigo, Fabrizio Pusterla si presentò al mondo con una vittoria epica, correndo i 100 metri in 10.2, il secondo tempo mondiale di allora! «Avevo 16 anni e mezzo ed era la prima volta che mi trovavo in un simile contesto. Mi presentai senza il mio allenatore, Roberto Vecchi, accompagnato da Giorgio Fè, Fiorenzo Marchesi e Stelio Conconi. Non festeggiammo particolarmente, solo complimenti di rito. Mi resi conto dell’importanza del risultato quando fui “assalito” dai giornalisti dopo la gara...».

Il mio Europeo

Ho giocato a calcio nelle leghe inferiori per Ligornetto e United, e mi interesso del Lugano e dell'ACB. In Italia, simpatizzo per Inter e vado allo stadio Meazza con mia figlia Irene. Sono sempre felice di vivere un evento come gli Europei e li seguo a casa mia, a Ligornetto, o al Piazzale alla Valle di Mendrisio. Naturalmente tifo Svizzera e spero che possa continuare ad esprimere tutto il suo potenziale, che valuto notevole. Dobbiamo crederci e sono convinto che abbiamo i mezzi per andare lontano. Tutti devono prendere esempio da Valon Behrami, un leone, e penso soprattutto ai tanti altri giocatori che militano all'estero, che spesso fanno fatica quando vestono la maglia rossocrociata. Convinzione e lotta sono le parole chiave».

Chi vincerà?

«Puntavo sul Belgio, ma l'Italia ha impressionato».

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