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L'OSPITE"Il pensiero del nostro tifoso è: piuttosto che salvarmi faccio morire gli altri"

20.11.13 - 07:34
Arno Rossini ha parlato del futuro del nostro pallone: "Il calcio ticinese sta morendo adagio. Il Bellinzona sarà in Prima Lega e il Lugano lotterà per la Super. Chiasso e Locarno rischiano invece grosso"
Ti-Press
"Il pensiero del nostro tifoso è: piuttosto che salvarmi faccio morire gli altri"
Arno Rossini ha parlato del futuro del nostro pallone: "Il calcio ticinese sta morendo adagio. Il Bellinzona sarà in Prima Lega e il Lugano lotterà per la Super. Chiasso e Locarno rischiano invece grosso"
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BELLINZONA – Gli ultimi exploit del Lugano hanno reso meno amara la situazione del calcio ticinese. I bianconeri, grazie ai nove punti conquistati nelle ultime tre gare, hanno infatti reso migliore la loro classifica e regalato qualche sorriso.

Qualche settimana di gloria di una delle sue figlie non cambia in ogni caso lo stato del nostro pallone, costretto a offrire pasti frugali mentre gli altri dispensano banchetti.

Cosa ci si deve attendere da un malato, per nulla immaginario, la cui cartella clinica non fa sperare in nulla di buono? Con il Bellinzona affossato dalle bugie giuliniane e con gli altri club incapaci, almeno per ora, di far sperare in un futuro luminoso, sono in molti quelli che si sono esposti e hanno chiesto a gran voce l’unione delle forze. Il fantomatico FC Ticino, la squadra di tutti in grado di competere con le migliori a livello nazionale. Ma questo progetto, difficilissimo da attuare, vedrà mai la luce?

“In Ticino una fusione non ci sarà mai – è intervenuto Arno Rossini – o comunque non accadrà per moltissimo tempo. L’unione delle forze è un tema caldo, potrebbe risolvere molti problemi, ma non succederà”.

Eppure mettersi insieme potrebbe regalare al cantone una squadra viva e competitiva…
“Il Bellinzona non si fonderà con un’altra ticinese. A Lugano non vogliono sentir parlare di questo progetto. A Chiasso uguale. L’unico club che è disponibile ad andare a fondo alla vicenda è il Locarno. Ma se non c’è la volontà degli altri. E poi, se non c’è volontà politica…”.

Eppure basterebbe che i dirigenti si sedessero attorno a un tavolo.
“No, non solo. Sono tre le componenti di cui tener conto: società, tifosi e tradizione. E nessuna di queste spinge per una fusione cantonale. Se anche i dirigenti trovassero un accordo, pensate che i tifosi seguirebbero il nuovo club?”.

Magari non all’inizio. Se però i risultati dovessero cominciare ad arrivare…
“Negli ultimi mesi mi sono confrontato con molti appassionati. Non solo la generazione dei 50-60enni, quelli che hanno vissuto sulla loro pelle le glorie e le disfatte della loro squadra, anche ragazzi che ancora vanno a scuola. Tra questi non ne ho trovato uno disposto a supportare la nuova società. “Piuttosto che salvarmi faccio morire gli altri”, questo è il pensiero del nostro orgogliosissimo tifoso”.

Se il nuovo FC Ticino dovesse giocare a Lugano, dovesse essere competitivo e si trovasse a sfidare squadre del calibro di Basilea, Grasshopper o Zurigo, i ticinesi non lo seguirebbero?
“Non si muoverebbero da Bellinzona, Locarno o Chiasso. O, se lo facessero, si presenterebbero allo stadio per spingere l’”altro” club…”.

E quindi… cosa si può sperare per il futuro?
“Che una società di quelle che già esistono cresca. Che un gruppo forte prenda il sopravvento e, con un programma serio e mezzi economici adeguati e soprattutto con persone del posto, riesca a fare il salto di qualità”.

Rimarranno dunque sempre quattro squadre?
“A parer mio sì. E, se anche una dovesse essere molto più forte, non raccoglierà mai unanimi simpatie”.

Messa così, il futuro del nostro pallone non sembra roseo.
“Vero. Stiamo morendo economicamente. Adagio, ma pur sempre morendo”.

Tra cinque anni che sarà dei nostri quattro club?
“È complicato. Secondo me il Bellinzona, che attraverso l’Associazione Calcio sta impegnandosi per ripartire l’anno prossimo dalla Seconda Lega, sarà minimo in Prima Lega. Anche nelle serie minori i granata potranno contare su un pubblico di almeno 7-800 unità. Non male per tentare di ripartire. Il Lugano, se gestito con coscienza, potrà crescere rispetto a com’è ora e potrà lottare per salire in Super League. Per il Chiasso la situazione è molto più difficile: molto dipenderà infatti da come si comporteranno i finanziatori storici del club. Dovessero chiudere i rubinetti sarebbero guai. Per i rossoblù prevedo un futuro da bassa Challenge League-Prima Lega”.

Manca il Locarno…
“Qui mettiamo un bel punto di domanda. Al Lido ora mettono insieme 300 spettatori a partita; impossibile pensare di andare avanti a lungo così. Fino a che ci saranno i Gilardi la società continuerà a esprimersi ai livelli raggiunti negli ultimi anni. Dopo invece…”.

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