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CHALLENGE LEAGUE"Avanti di questo passo e in Ticino il calcio diventerà un dopo-lavoro"

05.07.13 - 07:20
L'ex allenatore del Chiasso Livio Bordoli si esprime sulla sua ex squadra e sul tanto discusso calcio ticinese
Ti-Press
"Avanti di questo passo e in Ticino il calcio diventerà un dopo-lavoro"
L'ex allenatore del Chiasso Livio Bordoli si esprime sulla sua ex squadra e sul tanto discusso calcio ticinese
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CHIASSO - Ha lasciato Chiasso dopo un'annata davvero estenuante: "Sono scarico, voglio nuovi stimoli", aveva detto Livio Bordoli nella conferenza stampa d'addio. In quel momento la società rossoblù non era in grado di dare al tecnico verzaschese garanzie tecniche (rinnovi contrattuali) e così, il quasi 50enne, aveva deciso di lasciare il Comunale. Dopo circa un mese dall'addio, nella città di confine numerosi giocatori hanno però prolungato il proprio contratto. Se tornasse indietro Livio Bordoli rifarebbe la stessa scelta? Abbiamo girato la domanda al diretto interessato che ci ha anche esposto la sua idea sul sempre tanto discusso calcio ticinese.

Livio, visti i tanti rinnovi a Chiasso sei pentito della scelta fatta?
“No, non sono amareggiato. Con il senno di poi sarebbe stato troppo facile. Alcuni poi sapevo già che rimanevano in quanto nelle vicinanze hanno un altro lavoro. In aggiunta alcuni sono già in età avanzata e dunque non è facile trovare altre squadre disposte ad ingaggiarti”.

I rapporti con il Chiasso sono comunque sempre ottimi, giusto?
"Certamente. Sono rimasto in contatto con il Chiasso e spesso sento alcuni dei giocatori oltre che il ds Bellotti. L’anno prossimo tiferò Chiasso, in rossoblù mi sono sempre trovato bene sia come calciatore che come allenatore. Il rapporto con dirigenza, giocatori e tifosi è sempre stato ottimo ed è anche per questo che l’anno scorso abbiamo ottenuto degli ottimi risultati".

Dopo la proposta del Lugano, hai avuto alti contatti?
Niente. Ora sto lavorando con i ragazzi in un campo d’allenamento organizzato a Lumino e con loro sto davvero bene. Ci sono davvero tanti iscritti e questo mi rallegra, vuol dire che qualcosa di buono ho fatto e per me questo è quello che conta di più”.

Come giudichi il calcio ticinese?
“Chiunque può partire dal Ticino credo che lo faccia volentieri. Da noi una persona non può fare solo il calciatore in quanto non ci sono le risorse per pagarlo adeguatamente. Ed è proprio per questo che andando avanti di questo passo il calcio in Ticino diventerà un dopo-lavoro. Con questo non voglio dare la colpa ai club, anzi è la Federazione che dovrebbe aiutare di più gli stessi club. Mi piacerebbe vedere gli stipendi di calciatori e allenatori, non credo ce ne sia uno che superi i 6'000 franchi mensili e questo è qualcosa che dovrebbe far riflettere”.

Come vedi il Locarno che ha messo a segno colpi importanti?
Hassell e Maggetti sono senza dubbio degli ottimi acquisti. Anche se ha giocato poco, Mazzola è però una perdita importante per le bianche casacche. Con Pacarizi avrebbe formato una gran coppia d’attacco. Credo che comunque peggio della scorsa stagione il Locarno non potrà fare. Quest’anno forse avrà gente con più esperienza in squadra e questo aiuterà senza dubbio i verbanesi”.

Ti ha stupito che a Chiasso Ramella non abbia voluto puntare su Maggetti?
Maggetti è un giocatore che devi conoscere. Michele non è un elemento di classe, lui ha altre qualità. Tutti gli allenatori vorrebbero però avere in squadra uno come lui. Vedendolo soltanto in allenamento non è esteticamente bellissimo, ma è un giocatore caparbio che fa spogliatoio e che non molla mai. A Chiasso ha fatto un’annata straordinaria dopo l’esperienza non propriamente positiva di Lugano”.

Ultima domanda, come stai vivendo la situazione del Bellinzona?
Io l’ho sempre detto, a Bellinzona firmerei a occhi chiusi. Da calciatore ho passato i miei anni migliori nella Capitale. È una piazza importante che vive di calcio un po’ come succede nell’hockey con l’Ambrì. Peccato che non si capisce bene cosa stia succedendo. Io comunque non conosco Giulini e dunque non voglio criticarlo anche perché non so cosa ci sia dietro. Credo che se la situazione dovesse risolversi ci sarebbero tanti allenatori pronti a prendere in mano il Bellinzona. Ripartire con un progetto dalla Prima Lega Promotion è qualcosa che mi stimola. Vi immaginate poi quanto entusiasmo ci sarebbe a Bellinzona se la società dovesse alla fine salvarsi?

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