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L’OSPITE - ARNO ROSSINIBattere l’YB e poi? «Maric e soci costretti a essere ambiziosi»

28.10.20 - 08:00
Arno Rossini: «Per la prima volta il Lugano ha 17-18 giocatori veri».
Ti-Press (foto d'archivio)
Battere l’YB e poi? «Maric e soci costretti a essere ambiziosi»
Arno Rossini: «Per la prima volta il Lugano ha 17-18 giocatori veri».
«Titolo? Avversari irresistibili non ne vedo. Aspetterei in ogni caso un po’ prima di sbilanciarmi in questo senso».
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LUGANO - Quanto è grande il Lugano di Maurizio Jacobacci? La squadra dei cinque risultati utili nelle prime cinque giornate di campionato, del terzo posto della graduatoria, della grande solidità - mentale prima ancora che tattica - è da considerare come una delle protagoniste di questa stagione? In fondo i numeri sono dalla sua parte… Per vedere confermate o cancellate le positivissime impressioni fin qui destate dai bianconeri non si dovrà attendere molto. Domenica a Cornaredo arriverà il gigante Young Boys; quale occasione migliore, dunque, per capire di che pasta sono fatti i Sabbatini e compagni?

«I risultati utili consecutivi non sono solo cinque - ci ha corretti Arno Rossini - non contiamo solo quelli di questa stagione ma anche quelli della scorsa Super League. E pure la Coppa. Siamo a quattordici. E non eviti la sconfitta in quattordici occasioni solo per caso».

Ciò significa che non si assisterà al classico Davide contro Golia?
«Forse in passato la sfida tra bianconeri e gialloneri si poteva considerare in questo modo. Ora però lo Young Boys si è indebolito mentre il Lugano è in piena fiducia. Ha la sua striscia di risultati utili. E, insomma, quando sei nella storia ci tieni a rimanerci». 

Sarà quindi uno scontro alla pari?
«Sarà una sfida interessante. I ticinesi hanno per la prima volta in anni 17-18 giocatori veri, che possono stare comodamente in campo. Hanno l’ottimo Guidotti che parte dalla panchina, hanno Odgaard che non è male, “dietro” reggono bene… Abbondanza e solidità danno loro nuove convinzioni e molte più chance di sfidare con ottimismo la squadra più forte del campionato. E poi c’è l’aspetto emozionale».

La già citata fiducia?
«Anche, sì, ma io pensavo piuttosto alla situazione di Renzetti. Il presidente è sempre stato molto presente. Ora sta attraversando un momento di difficoltà che, ne sono certo, i giocatori proveranno a rendere meno duro con un bel regalo. Tenteranno insomma di alleviare le sofferenze del “pres”».

Una parola sul massimo dirigente, in questa settimana, Jacobacci l’ha quindi spesa?
«Tipo un “facciamolo per lui”, “vinciamo per lui”, “facciamogli un bel regalo”? Sicuro. Il mister è molto bravo in questo. È molto bravo, attraverso i media come anche a quattrocchi, a far passare il messaggio giusto, a stimolare i suoi giocatori. Ha una carriera alle spalle che “garantisce” per lui».

Battere lo Young Boys cambierebbe qualcosa nel campionato del Lugano?
«Tantissimo. Finora poco considerati, i bianconeri diverrebbero istantaneamente temuti e rispettati da ogni rivale. A quel punto ogni match sarebbe molto più complicato. Un conto è quando incroci una squadra “media”, un altro è quando ti batti con una grande, magari la prima della classe. In questo caso moltiplichi gli sforzi».

Per i ticinesi un successo sarebbe quindi quasi controproducente?
«Vincere non lo è mai. A quel punto però, superato un esamone, Maric e soci sarebbero quasi costretti a essere ambiziosi». 

Si parla di titolo?
«Avversari irresistibili non ne vedo. Aspetterei in ogni caso un po’ prima di sbilanciarmi in questo senso. Un risultato positivo “direbbe” che il Lugano è pronto per correre per uno dei primi tre posti della classifica, di contendere la gloria a YB, San Gallo e Basilea. Il piazzamento finale sarà poi stabilito dalla continuità di risultati».  

Una sconfitta?
«Non macchierebbe di certo quanto fatto fino a questo punto, ma probabilmente farebbe capire che il massimo obiettivo possibile a Cornaredo è un piazzamento a metà classifica. Il quarto o quinto posto, non di meno, perché il gruppo bianconero ha già dimostrato di valere molto più di tante avversarie».

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