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LUGANO«Ho ancora i miei dubbi, ho visto negatività attorno all’ipotesi di ripartire»

29.04.20 - 20:30
Allenamenti dall'11 maggio, gare a porte chiuse possibili dall'8 giugno. Il presidente Renzetti: «Ora tocca alla SFL».
TiPress/archivio
«Ho ancora i miei dubbi, ho visto negatività attorno all’ipotesi di ripartire»
Allenamenti dall'11 maggio, gare a porte chiuse possibili dall'8 giugno. Il presidente Renzetti: «Ora tocca alla SFL».
Dalle ultime direttive del Consiglio federale, si va verso la ripresa dei campionati. Il patron bianconero: «Ho la mia opinione, ma ci adegueremo alle decisioni. Ad ogni modo, per la SFL, credo sia un'occasione persa».
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LUGANO - Finito nelle grinfie della pandemia e congelato ormai da inizio marzo, anche il calcio elvetico potrebbe pian piano tornare a rivedere la luce. Tra le misure di allentamento annunciate dal Consiglio federale, vi è infatti anche quella che prevede una graduale ripresa delle attività sportive. In particolare, nello sport d'élite, dall’11 maggio saranno permesse sedute collettive con più di cinque persone. Da lunedì 8 giugno, nelle leghe professionistiche, potranno riprendere anche le partite. Una buona notizia, ma anche uno scenario che lascia degli interrogativi. L’evolversi della situazione resta infatti da monitorare con cautela giorno per giorno, anche per evitare brutte sorprese o bruschi dietrofront.

«Ora il Consiglio federale dà questa possibilità, ma la palla adesso è passata alla Swiss Football League - interviene Angelo Renzetti, presidente del Lugano - Sarà la SFL, composta dalle 20 squadre, a decidere i prossimi passi. Io, ultimamente, ho visto molta negatività attorno all’ipotesi di ripartire. A giusta ragione ho ancora i miei dubbi che si ricominci».

Tornare in campo vorrebbe dire giocare a porte chiuse.
«Se ora si dovesse davvero ripartire, a tutte le incognite si aggiungerebbero le spese dei tamponi, la perdita del lavoro ridotto e le perdite legate all’assenza di pubblico. In più ci sarebbero le trasferte da organizzare con tutte le necessarie e giuste precauzioni. Insomma riprendere in questo modo, a porte chiuse, sarebbe un bagno di sangue. Inoltre non ci sarebbe nemmeno il tempo di riflettere e fare le giuste considerazioni».

Ovvero?
«A mio avviso per la SFL è un’occasione persa. Dovevano avere il coraggio, come in Francia e in Olanda, di chiudere il campionato. Finire cercando di uscirne con le ossa il meno rotte possibile… Dopodiché si poteva ricominciare con un campionato rimodellato. 12 squadre e un sistema di partite normale. Non bislacco come quello nella proposta respinta di recente. In questa situazione ci siamo accorti una volta di più che il "business model" del nostro calcio non funziona. Poteva essere anche l’occasione per ridimensionarci».

Secondo Renzetti la SFL cosa farà?
«Adesso ci sono le condizioni quadro dettate dal Consiglio federale. Ovviamente, se la maggior parte dei club fosse contrario al ritorno in campo, non credo che potrebbero farci partire. In fondo siamo noi la SFL...».

Domanda diretta: l’11 maggio il Lugano sarà in campo ad allenarsi?
«Ho la mia opinione, ma oggettivamente non voglio neanche impuntarmi o fare il “bastian contrario”. Noi ci adegueremo a quello che si decide. Se guardiamo la ragione pare logico restare fermi, poi c’è anche il sentimento».

Ora quali saranno i prossimi passi?
«In queste settimane si vociferava di una ripresa il 4 maggio e quindi abbiamo già comunicato ai giocatori di tornare in Ticino. Diversi sono già qui, ma entro il 4 rientreranno tutti. Nel frattempo aspettiamo. Si potrà anche iniziare ad allenarsi, poi - in base alle direttive - o si continua o ci sarà il definitivo “rompete le righe"…».

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